Al di là di tutto, a me sembra paradossale un fatto. Afferma Fabrizio Cicchitto: «I gay sono cittadini come gli altri». Dunque per proteggerli – questo l’assunto di fondo – non c’è bisogno di una legge apposita. Il parlamento, che com’è noto non è particolarmente produttivo quanto a leggi elaborate, reputa in altre parole inutile, pleonastico, ripetitivo sancire l’aggravante dell’omofobia. Una fattispecie, per capirsi, che già esiste in quasi tutti i paesi occidentali.
Benissimo. Certo, una disparità però c’è: lo stesso parlamento così attento a non promulgare leggi superflue, anche se espressioni di un valore condiviso (a parole?), solo due settimane fa ha ritenuto di doversi esprimere in maniera liberticida e persino autoritaria, stabilendo che le volontà espresse da una persona sul proprio fine-vita possono essere sovvertite e ribaltate da un medico. Non solo. Altre amenità come il divieto esplicito di nominare il proprio partner fiduciario nelle Dichiarazioni anticipate di volontà (testamento biologico).
Una legge che veniva evidentemente reputata indispensabile. Ma per chi? Per i cittadini o per una maggioranza ultra-traballante?
27 Luglio 2011