Falafel Cafè“Disordini di massa a settembre”. E l’esercito israeliano addestra i coloni

Dicono gli uni che no, «non ci sarà nessun assalto agl’insediamenti ebraici, ma solo manifestazioni pacifiche». Ribattono gli altri – anzi: lasciano intendere – che migliaia di palestinesi cerchera...

Dicono gli uni che no, «non ci sarà nessun assalto agl’insediamenti ebraici, ma solo manifestazioni pacifiche». Ribattono gli altri – anzi: lasciano intendere – che migliaia di palestinesi cercheranno di cacciare dalla Cisgiordania altrettanti coloni israeliani. E per questo ecco scattare le operazioni di addestramento delle unità responsabili della sicurezza interna di ciascun insediamento ebraico.

Chiamatela come volete: prove di autodifesa. Oppure prove di guerriglia e terrorismo. La realtà è che dal 20 settembre lo scenario, in Terra Santa, potrebbe cambiare completamente. Perché a New York gli emissari dell’Anp presenteranno all’Onu domanda di adesione dello Stato palestinese. E perché, negli stessi giorni, in Cisgiordania migliaia di palestinesi protesteranno per il pieno riconoscimento del nuovo Stato.

A dare notizia dell’addestramento speciale è stata un’inchiesta pubblicata ieri sul quotidiano israeliano «Haaretz». La notizia non è stata confermata da fonti nel Consiglio che raggruppa tutti gli insediamenti in Cisgiordania, ma un portavoce militare ha detto che le informazioni apparse sul giornale erano fondate. L’esercito – ha raccontato la fonte – oltre ai soldati, sta addestrando anche i coloni a fronteggiare possibili scenari diversi. Uno di questi, il peggiore, prevede l’arrivo di folle di manifestanti all’ingresso degli insediamenti, con il rischio di scontri con i coloni, e perfino di un’irruzione di palestinesi dentro le colonie.

Secondo il giornale le unità di coloni si stanno addestrando all’impiego di candelotti lacrimogeni e di granate assordanti per disperdere la folla. La maggioranza dei coloni è già in possesso di armi, come pistole e fucili automatici, per la difesa personale e degli insediamenti. Così, nel caso di un’irruzione di manifestanti negli insediamenti, la risposta dei coloni dovrebbe essere strettamente difensiva e non offensiva, in attesa dell’arrivo dell’esercito.

Quanto al piano diplomatico, l’Autorità nazionale palestinese – stando a fonti del Palazzo di Vetro – starebbe raccogliendo molte adesioni. I palestinesi chiedono a Israele di accettare la costituzione di uno Stato palestinese in Cisgiordania sui confini antecedenti il conflitto del 1967 e il congelamento della politica di insediamenti nei Territori occupati. Richieste che Israele ha, per ora, rifiutato.

(Twitter: @leonard_berberi)

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