Dire, fare, baciare, lettera, pubblicità e comunicazioneNon dite a mia madre che faccio il pubblicitario, mi crede pianista in un bordello.

Mia madre non ha mai capito veramente cosa faccio di mestiere. A volte neanche io, a dire il vero. Art director suona bene, soprattutto director. Sulla parola Art , saro' sincero, ho molti più dubb...

Mia madre non ha mai capito veramente cosa faccio di mestiere. A volte neanche io, a dire il vero. Art director suona bene, soprattutto director. Sulla parola Art , saro’ sincero, ho molti più dubbi. Non credo di aver mai fatto nulla di artistico, professionalmente parlando. Bello forse si, ma se la Vergine delle rocce di Leonardo é arte, allora quello che faccio io non lo é. Non ci sono soluzioni intermediarie. Forse, e dico forse, qualche volta ho fatto una parodia dell’arte. Ed é una altro paio di maniche.
Comunque divago, mi capita spesso, e ritorno al dunque.
Mia mamma, a cui orgogliosamente mostravo il frutto delle mie fatiche, per anni mi ha posto la fatidica frase :

Si, ma tu che hai disegnato ?

Mai saputo rispondere, anche perché una risposta univoca non ce l’ho mai avuta, qualche volta, qualcosa che ho disegnato io stesso, c’era veramente nelle campagne su cui ho lavorato. Ma in genere no.
Ho il dubbio, fondato, che abbia smesso di farmi, e di farsi, questa domanda quando ha capito che comunque, pur nel flou artistico più assoluto, c’era qualcuno che mi pagava e riuscivo a mettere insieme il pranzo con la cena. E questo, assieme alla maglietta di lana quando fa freddo, é importante per una mamma.

D’altronde non credo che mia madre sia stata un caso isolato. Sono arciconvinto che gran parte dei pubblicitari abbiano incontrato nella loro vita qualche difficoltà a spiegare, a chi non bazzica le Advertising Agencies, cosa fa un Copy-writer o, ancor più sublime, un Art-buyer.

Siamo uomini come gli altri malgardo le apparenze, Si, é vero frequentiamo i brunchies più esclusivi di Parigi, Londra e Milano, ma alla fine della fiera, anche a noi ci tocca, ogni tanto, andare a mangiare l’arrosto dalla zia, o la crostata fatta dalla nonna per festeggiare il compleanno del nipotino o il matrimonio della sorella. E in quel caso, diamine, abbiamo interesse a prepararci bene le risposte di fronte a un cugino architetto, uno zio idraulico o un cognato impegato alle poste.

Oppure, ma é una soluzione estrema, fingere una catalessi post prandiale fulminante.

Bon, tutto questo per arrivare a parlare di un’idea originale, pensata da un team di giovani creativi, Maximilian Hoch (Il Copy) e Manuel Urbanke (l’Art) che hanno deciso di prendere in contropiede tutti e hanno pensato e realizzato un sito di autopromozione (www.mysondoesadvertising.com ) concepito come se fosse stato realizzato dai rispettivi genitori. E lo é veramente.
L’idea é creativa e originale, fa parte di quelle idee che quando le vedi realizzate pensi subito, perché non l’ho fatto io ? A parlare sono gli stessi genitori dei due pargoli, commentano le campagne, le giudicano e le analizzano, ne vantano l’efficacità con un aplomb degno del più scafato degli strategic planner newyorkesi.

Chapeau ! Ne parlero’ con mia madre.

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