Falafel CafèShalit, Netanyahu scrive ai parenti delle vittime del terrorismo palestinese

Il primo ministro ha scritto. Ha preso carta e penna e tirato giù una lettera. Sobria. Contenuta. Come si addice a chi ha dovuto prendere decisioni difficili in momenti altrettanto difficili. Dopo...

Il primo ministro ha scritto. Ha preso carta e penna e tirato giù una lettera. Sobria. Contenuta. Come si addice a chi ha dovuto prendere decisioni difficili in momenti altrettanto difficili. Dopo due giorni di forti contestazioni Benjamin Netanyahu ha rotto il silenzio e ha inviato una lettera ufficiale ai parenti delle vittime del terrorismo palestinese.

«Care famiglie», ha scritto Netanyahu di suo pugno, «vi scrivo a malincuore. Capisco e conosco il vostro dolore. Appartengo anche io a una famiglia in lutto per colpa del terrorismo. Mio fratello è stato ucciso durante le operazioni di salvataggio degli ostaggi di Entebbe».

«So che siete rattristati», continua il premier israeliano, «so che le ferite si sono riaperte in questi giorni e che non state vivendo un momento facile. Durante i negoziati per il rilascio del soldato rapito Gilad Shalit ho avuto anche io molte perplessità e voi siete stati sempre nei miei pensieri. Prendere una decisione sul caso Shalit è stata una delle cose più difficili della mia vita. È statoarduo per me per le stesse ragioni per cui è difficile per voi adesso accettare tutto questo». «Ma come primo ministro ho la responsabilità di portare a casa Gilad e ogni soldato che viene mandato in missione per proteggere i nostri cittadini. Perché quando anche io andavo a combattere in nome dello Stato d’Israele, sapevo che il Paese non avrebbe abbandonato nessuno dei suoi».

«Ho cercato di limitare il prezzo da pagare per riportare a casa un nostro militare. Ma so anche che il prezzo è lo stesso molto pesante per tutti voi. Capisco il dispiacere nel vedere che le persone malvagie che si sono rese protagoniste di crimini spaventosi contro i vostri cari non pagheranno davvero tutta la pena che meritano. Ma spero anche che in questi momenti voi possiate trovare conforto nell’abbraccio mio e dell’intero Stato d’Israele. Condividiamo il vostro dolore. I vostri cari saranno sempre nel mio cuore».

AGGIORNAMENTO: L’esercito israeliano ha confermato nel tardo pomeriggio di lunedì che il soldato Gilad Shalit sarà restituto allo Stato ebraico martedì 18 ottobre non appena un primo gruppo di detenuti palestinesi metterà piede nella Striscia di Gaza. Negli stessi attimi, a Gaza City, Hamas presenterà al pubblico i carcerieri del soldato israeliano.