Accadde DomaniAlla ricerca della pensione perduta. Un’indagine del Corriere della Sera.

Assedio all'Inps. Potrebbe essere questo il nuovo film italiano in attesa che il governo Monti metta a segno una pesantissima riforma delle pensioni. Oggi il Corriere della Sera in un articolo firm...

Assedio all’Inps. Potrebbe essere questo il nuovo film italiano in attesa che il governo Monti metta a segno una pesantissima riforma delle pensioni. Oggi il Corriere della Sera in un articolo firmato da Enrico Marro racconta una storia singolare e interessante, degna di nota; una sorta di fuga dal posto di lavoro alla ricerca dell’ultima pensione con il sistema previdenziale prima della mannaia Monti. Già perchè a quanto sembra, per coloro che nn riusciranno a fuggire prima saranno dolori. Ma sopratutto satanno anni ben diversi da quelli passati per chi entrerà integralmente nel sistema contributivo. Ci permettiamo di citare una parte del servizio di Enrico Marro perchè ci mostra uno squarcio del sistema Italia. “Fuggire il prima possibile verso la pensione? La tentazione è forte. Tantissimi lavoratori stanno chiedendo informazioni e facendo i calcoli e molti hanno già scelto di scappare. Chiunque sia già in possesso dei requisiti per la pensione d’anzianità, la famosa quota 96 (60 anni d’età e 36 di contributi o 61+35) o stia per raggiungerli si sta domandando che fare. Cioè se continuare a lavorare fino a raggiungere 40 anni di contributi oppure i 65 anni d’età per la pensione di vecchiaia o se non gli convenga piuttosto lasciare il prima possibile. Domande inevitabili ogni volta che si arriva alla vigilia di provvedimenti che cambiano le regole. Questa volta, poi, i alavoratori non solo temono un aumento delle soglie di età per accedere alla pensione, ma anche di prendere un assegno più leggero del previsto, a causa della probabile estensione del metodo di calcolo contributivo pro rata a tutti.
Nel pubblico impiego le pensioni liquidate sono in aumento da diversi mesi, per ragioni ancora precedenti all’ipotesi di nuove riforme. Il blocco degli stipendi, lo slittamento della buonuscita, il brusco incremento dell’età di vecchiaia per le donne hanno prodotto, nei primi 11 mesi dell’anno, un aumento del 7,3% delle pensioni di anzianità liquidate rispetto allo stesso periodo del 2010: da 54.610 a 58.624. E di queste la gran parte sono andate a lavoratori con meno di 40 anni di contributi, che quindi hanno scelto di lasciare in anticipo il servizio. Nelle ultime settimane, conferma il presidente dell’Inpdap, Paolo Crescimbeni, «le voci sui nuovi provvedimenti allo studio del governo hanno certamente aumentato gli interrogativi tra i dipendenti pubblici».

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