La speranza era che con la nomina di Mario Monti i mercati e la speculazione finanziaria si tranquillizzassero e ci dessero un po’ di ossigeno con meno spread e qualche siringa di ottimismo in Borsa in attesa che il nuovo governo mettesse a segno i punti cardine del suo programma di sacrifici. Così li ha definiti il senatore Monti. Lo stesso Monti ha detto che confida nella temperata razionalità dei mercati. Ma pare che le cose non vadano così: dopo qualche ora dall’incarico di Mario Monti i mercati hanno ripreso a fustigare l’Italia e in particolare i Btp che ormai sono diventati il titolo di credito o di fiducia che il nostro paese si è conquistato in Italia in questi anni. In mattinata lo spread ha toccato e sfondato quota 500 e le borse europee erano tutte con segno meno. Che cosa significa? Che i mercati attendono di vedere concretamente che cosa sarà in grado di fare Mario Monti prima di allentare la morsa o tutto ciò significa che la nostra reputation sui mercati internazionali era così screditata, grazie al governo Berlusconi, da non riuscire più a risalire la china? Se fosse vera la seconda ipotesi significherebbe che siamo già a un punto di non ritorno e che i prezzi dei Btp sii potrebbero stabilizzare a valori ben più bassi di quelli che avevano toccato all’inizio della crisi. Avrebbero ragione coloro che sostengono che nei sotterranei di questa crisi finanziaria è la recessione a corrodere le fondamenta e dunque senza politiche di crescita la crisi finanziaria non si fermerà. D’altronde il neo governatore della Bce, Mario Draghi, ha inaugurato il suo incarico con un abbassamento del tasso d’interesse nella speranza di arginare le forte corrente recessiva che sta scuotendo le economie occidentali.
Dal centro destra arrivano già mormorii sinistri sulla tenuta dell’incarico a Monti e molti a bassa voce sorridono in attesa delle elezioni anticipate. I pasdaran di Berlusconi già urlano ai quattro venti che l’aggressività permanente di mercati dimostra che la credibilità non era legata alla figura di Silvio Berlusconi ma non c’ è nulla da gioire, se il tentativo di Mario Monti fallisse e si andasse alle elezioni anticipate saremmo ancora di più il bersaglio delle vendite di Btp e lo spettro Grecia sarebbe sempre più vicino.
15 Novembre 2011