Tutti in fila, incuranti del freddo, davanti ai negozi. Il Black Friday – negli Usa è il primo giorno di ribassi sui prezzi, i nostri saldi – è cominciato così: in alcuni casi ancor prima della mezzanotte di ieri, quindi quando non era ancora ufficialmente nemmeno venerdì.
Clienti in coda, pronti all’acquisto selvaggio; negozianti in assetto da guerra (per resistere agli assalti: avete presente l’affaire Trony a Roma. Ecco, si tratta di una cosa molto simile, ma attesa): tutti felici ed elettrizzati per la notte dello shopping più attesa d’America. Come mai? I comuni mortali gioiscono perchè possono permettersi di acquistare qualcosa che hanno desiderato tutto l’autunno e che le riviste pubblicizzavano ad agosto o possono comprare i regali di Natale a prezzo ridotto; i negozianti perchè è oggi che cominceranno a vendere seriamente, pronti a chiudere l’anno tirando un sospiro di sollievo.
Mentre le folle riempiono gli store fin quasi a farli scoppiare, i dati ci danno un’idea di cosa significhi veramente il Black Friday negli Stati Uniti. Quest’anno, dice il WSJ, le previsioni di acquisto per il BF segnano un rialzo del 2.8 % – dati diffusi dalla National Retail Federation – ovvero quasi la metà rispetto alle cifre raggiunte lo scorso anno. I problemi che affliggono gli Usa – il tasso di disoccupazione al 9%, il valore degli immobili in caduta libera data la grande difficoltà a rivenderli – si rifletteranno dunque anche sullo shopping. A tirare su le stime saranno certamente i turisti: sebbene il cambio euro-dollaro sia sfavorevole se comparato con lo stesso rapporto tra le due monete registrato anche solo a luglio (oggi siamo intorno al 1,32 contro l’1,42 di qyalche mese fa), migliaia di turisti hanno affollato i grandi department store ieri sera, da Macy’s a Target, da Bloomingdale a Saks 5thAvenue.
Mi viene subito spontaneo un bel confronto con l’Italia: il nostro Black Friday teoricamente è a gennaio, quando nelle principali città italiane partono i saldi. Bisogna considerare che sia le boutique sia alcuni department store o catene di flagship store applicano sconti sulla merce ben prima di questa data, sempre in teoria rivolti alla clientela più affezionata, ma estendibili a tutti all’occorrenza: qualche settimana fa è stata la Rinascente (-20% per i possessori della carta fedeltà), in questi giorni è Geox in via Vittorio Emanuele a Milano (-30% sulle collezioni sport, sempre per i fedelissimi).
Se gran parte della popolazione pensa a come tagliare le spese, i negozi stanno boccheggiando: bisogna prenderne atto. Da un lato la stagione “in ritardo” ha praticamente azzerato i consumi a settembre e ottobre; dall’altro la crisi economica ha fatto il resto, deprimento gli acquisti fin da luglio, quando la parola spread ha fatto capolino nel vocabolario dell’italiano medio.
Spostare i saldi – visto che ormai, parliamoci chiaro, pochi comprano a prezzo pieno: basta notare quanti outlet aprono i battenti in Italia o quanto abbiano successo i siti come Privalia, Buyvip e Saldi Privati, che offrono griffes a prezzi scontati – anche nel Belpaese prima di Natale non sarebbe meglio per clienti e negozianti? Un Venerdì Nero all’italiana non potrebbe essere utile per stimolare i consumi? Con la tredicesima in arrivo e il taglio dell’acconto Irpef in busta paga è proprio prima del 25 dicembre che il potere (teorico) d’acquisto aumenta.
Che ne pensate?