Scriveva Carlo Marx nel 18 Brumaio di Luigi Bonaparte: “Spesso la storia si ripete. La prima volta è una tragedia, la seconda volta è una farsa”. La citazione calza a pennello per la strategia della Lega Nord di Umberto Bossi. Per fortuna alle origini non ci fu tragedia: il secessionismo, così come veniva enunciato nei programmi originari della Lega è sempre rimasto nel libro dei sogni o se si vuole della propaganda di riserva e non è mai diventato realtà. Ma è certo invece che il disperato tentativo della Lega di tornare alle origini è una farsa piuttosto scoperta a cui non crede nessuno. La sceneggiata organizzata ieri al Senato non deve scandalizzare più di tanto, in Parlamento di oscenità di quel genere se ne sono viste parecchie. Quello che invece salta all’occhio è che malgrado l’alto grado di impopolarità di alcune misure anti crisi messe a segno dal governo guidato da Mario Monti, la Lega non riesca a intercettare il malcontento popolare che pure esiste in molti strati della popolazione. Lo dicono anche i sondaggi che settimanalmente il tg La7 presenta ai suo ascoltatori ogni lunedì: la Lega di Umberto Bossi ha perso credibilità, la condivisione dei governi passati con Silvio Berlusconi, l’incapacità di quei governi di fermare la crisi economica, di proporre ricette per la crescità non vengono imputati soltanto al Pdl o a Giulio Tremonti ma anche a Umberto Bossi alleato e complice delle politiche economiche dell’ex ministro dell’economia. La Lega sperava di poter approfittare del fatto che il Pd, principale partito di opposizione, è imbrigliato nelle maglie strette del governo Monti, ma le cose non stanno andando così, quelle aree sociali più scontente sono riuscite a ricreare l’unità sindacale ma non intravvedono nella Lega Nord il nuovo partito d’opposizione, quello che difenderà gli interessi nei meno abbienti. Nelle nuove vesti di oppositore Umberto Bossi è stato capace soltanto di dire sciocchezze: La Padania come alternativa all’Europa, la moneta padana e assurdità di questo genere. Lo vorrei vedere il Senatur a guidare davvero moti secessionisti come tragicamente è avvenuto nei Balcani. Là è stata una tragedia, quà sarebbe una farsa da cabaret. La verità è che la Lega si porta addosso il peso degli anni di governo con Berlusconi e l’unica credibilità che gli è rimasta addosso è quella di partito anti immigrazione, partito della sicurezza, partito in difesa di quei ceti conservatori che temono l’immigrazione. Era per questo che la Lega prendeva voti, non per i suoi programmi in difesa delle pensioni. Un ruolo, quello del partito anti immigrazione, che è difficile da fare quando si è all’opposizione.
15 Dicembre 2011