Accadde DomaniDisastri d’Italia. Un libro di Mara Monti sui crack finanziari. Il ruolo delle banche.

Le recenti condanne per il banchiere Cesare Geronzi accusato di bancarotta fraudolenta e usura aggravata, per aver fatto pressioni nel gennaio 2002 su Calisto Tanzi perchè acquistasse l'azienda di ...

Le recenti condanne per il banchiere Cesare Geronzi accusato di bancarotta fraudolenta e usura aggravata, per aver fatto pressioni nel gennaio 2002 su Calisto Tanzi perchè acquistasse l’azienda di acque minerali Ciappazzi dal gruppo Ciarrapico, e la condanna per Matteo Arpe, accusato di bancarotta fraudolenta in merito a un prestito ponte da 50 milioni di euro concesso dall’istituto di cui era amministratore delegato al gruppo agroalimentare sono soltanto l’ultimo atto di una storia drammatica, costellata da illegalità spudorata, che Mara Monti racconta nel suo libro “L’Italia dei crack”, edito da Newton Compton editori. Nella ricostruzione di Mara Monti non c’è soltanto il caso Parmalat con i suoi 14,5 miliardi di euro andati in fumo, ci sono i casi Cirio, Giacomelli, Freedomland, Finmatica e Italease.
La cosa drammatica è che quei giganteschi crack, responsabili di truffe nei confronti di milioni di risparmiatori, sembrano già vecchi, simboli di un’altra epoca, surclassati dalla crisi dei subprime, dalla scientifica truffa dei titoli tossici messi in circolazione dalle più importanti banche d’investimento del mondo poi ancora dalla crisi dei debiti sovrani che in queste ore sta tenendo con il fiato sospeso l’Europa e che rischia di mettere nuovamente in ginocchio milioni di investitori e risparmiatori.
Eppure la ricostruzione di Mara Monti è assai utile perchè ci ricorda almeno due cose: che le crisi finanziarie in Italia sono endemiche al sistema e difficilmente si fermano al codice civile, difficilmente evitano di finire sotto la mannaia del codice penale e che il sistema bancario nel nostro paese ha una grave responsabilità oltrechè un potere immenso. Le condanne di Geronzi e di Arpe, sia pur contestate dagli interessati, dimostrano che i casi Cirio e Parmalat non si possono inscrivere semplicemente in esempi di mala gestio. Certo il caso Parmalat mostra che la famiglia Tanzi ci ha messo del suo nel congegnare la gigantesca truffa ai danni di milioni di risparmiatori ma da un punto di vista sistemico la responsabilità delle banche è stata enorme, contemplando anche reati odiosi come usura aggravata. D’altronde non c’è molto da meravigliarsi, nella comunità degli affari tutti conoscevano il potere demiurgico di Cesare Geronzi fino a quando il potente banchiere non è stato emarginato dalla stessa comunità che lo aveva creato. Il libro di Mara Monti ha il pregio, assai raro in ricostruzioni di questo genere, di combinare gli aspetti economico-finanziari e quelli giudiziari, senza trascurare la cronaca minuta, fornendo così un quadro completo di queste torbide storie.

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