Ieri i poligrafici aderenti a Cgil, Cisl e Uil hanno scioperato. Molti giornali non sono oggi in edicola per questo.
Cosa fanno i poligrafici? Un lavoro determinante: disegnano le pagine, inseriscono le infografiche (le foto nei sistemi editoriali ormai le “mettono” i giornalisti, cosa che qualche anno fa fece gridare allo scandalo) e si occupano dell’impaginazione. Si dice spesso che se scioperano i giornalisti si può sopperire, se lo fanno i grafici, no.
Non è una bugia: nel caso di astensione dei giornalisti spesso alcuni quotidiani escono ugualmente. Non ne farei però una questione politica: due contratti differenti, differenti esigenze sindacali.
Per molti è stato strano, oggi, vedere che per una mobilitazione legata alla mancata produzione dell’edizione cartacea dei quotidiani, non ci fossero nemmeno le versioni per tablet o i pdf.
Questo forse perché molti non sanno qual è il ruolo del lavoratore poligrafico in una azienda editoriale. Per far uscire i giornali sarebbe stato necessario o usare un lavoratore non aderente allo sciopero o usare un giornalista bravo in queste faccende di impaginazione (ce ne sono, tanti. Io per esempio da deskista ho dovuto imparare anche a fare il grafico anche se non ho mai usato questa capacità per boicottare uno sciopero).
La protesta era contro la manovra del governo Monti. I giornalisti non si sono astenuti dal lavoro. Il sindacato di categoria, la Fnsi (Federazione Nazionale della Stampa Italiana) ci ha invitati «a essere massimamente rispettosi dello sciopero dei lavoratori poligrafici» ad attenerci «scrupolosamente alle regole contrattuali evitando commistione di funzioni e rifiutando qualsiasi prestazione che non abbia esclusivo carattere giornalistico, ove fosse richiesta».
In edicola oggi c’erano fra gli altri Libero, il manifesto, il Giornale, la Padania, Europa e mi pare il Corriere dello Sport.
Per Libero, la Padania e il Giornale era scontato: non scioperano quasi mai.
Europa e il manifesto destano un poco di sorpresa.
Europa ha praticamente “aggirato” l’astensione dal lavoro, dichiarandolo così:
Il manifesto, invece, dice di aver lavorato perché con la crisi e i tagli all’editoria non poteva fare altrimenti. La difesa è di Valentino Parlato:
Per la prima volta nella nostra storia oggi siamo in edicola contro la nostra volontà, «costretti» a farlo. Avremmo voluto – dovuto – scioperare contro la manovra del governo, come alcuni giornali fanno con motivazioni politiche e molti altri perché costretti dai lavoratori poligrafici. Se, invece, ci leggete è perché attuiamo uno «sciopero alla rovescia», cioè protestiamo lavorando. (continua a leggere)