“L’eurobond? Sono d’accordo con il governo tedesco, è uno strumento che potrebbe essere usato negativamente se prima non si riequilibra il debito pubblico dei paesi europei”. Così il premio nobel Christopher Pissarides al convegno Nobel Colloquia che si tiene a Venezia oggi e domani, risponde in un’intervista a Linkiesta. Pissarides non ha dubbi nel contrastare lo strumento che chiedono tutti i paesi europei alla Germania.
“E’ assai rischioso costruire un eurobond prima di aver attuato politiche di contenimento del debito, ci potrebbe essere un pericoloso effetto di trascinamento. Prima discutiamo di politiche fiscali comuni, prima abbattiamo il debito pubblico poi parliamo di eurobond”. Il premio Nobel cipriota manifesta pessimismo sul futuro dell’economia mondiale e si concede anche qualche provocazione.
“Dopo i dati diffusi dall’Ocse mi sono convinto che la recessione è possibile e assai probabile. E temo che sia una recessione insidiosa. Un’ipotesi che sei mesi fa nessuno immaginava nelle dimensioni annunciate dall’ocse Anche per questo motivo è necessario predisporre un coordinamento delle politiche fiscali come strumento di intervento nell’economia”.
Quali sono gli interventi che dovrebbero fare le banche centrali in materia di politica monetaria? “Le sembrerà strano ma io sono convinto che la Bce debba immettere dosi massicce di liquiditá sul mercato per frenare la recessione. Questo potrebbe avvenire in termini di tassi di cambio”.
E in merito ai destini dell’euro cosa pensa? “Penso che una svalutazione dell’euro sarebbe salutare per l’economia europea. Così come sarei favorevole a un’inflazione fino al 4%”.
Quali sono a suo parere le politiche per fermare la disoccupazione? “Io sono convinto che alcuni Stati dovrebbero spendere di più per il mercato del lavoro. Prenda il caso dell’Italia: il vostro paese spende soltanto l’1 per cento del Pil per le politiche sul lavoro. È troppo poco. Tenga presente che la Svezia spende il 3% del Pil e in generale i paesi europei spendono molto di più”.