Mettiamo che domani Silvio Berlusconi, presidente dell’AC Milan, decida di essersi stufato del rosso, un colore che, in politica, gli è sempre andato di traverso: le nuove maglie della propria squadra le vuole blu e nere, più chic. La squadra, ci mancherebbe altro, continuerà a chiamarsi Milan, ma le divise assomiglieranno pericolosamente a quelle dei cugini interisti. Che dire: Moratti la prenderebbe bene? E i tifosi? Io non credo.
Una situazione simile è successa nel mondo della moda, dove,le regole, molte delle quali non sono scritte, si devono rispettare in modo ligio. Per la collezione di scarpe Cruise 2011 Yves Saint Laurent ha ultilizzato una bella suola rossa: fin qui, direte voi, che c’è di male? Che la suola rossa, nella moda, è sinonimo di scarpa di Christian Louboutin, uno che di piedi ne veste parecchi, soprattutto a Hollywood e dintorni.
Nella foto: la suola rossa di un paio di decolleté Louboutin
La questione è finita in tribunale, a New York, e per la terza volta: la questione del “red china”, sfumatura della quale Louboutin avrebbe rivendicato il brevetto, è oggetto di querelles giudiziarie dal lontano 2008. La causa della griffe francese è stata avvallata da un primo giudice per essere poi respinta, in relazione alla questione YSL, da un secondo. Non c’è due senza tre: si attende quindi la decisione dei tre giudici del Tribunale della Grande Mela in proposito.
Sebbene nella moda debba trionfare la creatività, la suola rossa è implicitamente una caratteristica chiave di Louboutin: finchè a copiarla è Zara non c’è problema. Del resto Zara è – come abbiamo già più volte sottolineato – un ricettacolo di fac simile, prodotti più in fretta e a costi più bassi rispetto alle case di moda che li hanno presentati in passerella. Ma se a prendere in prestito il colore simbolo delle Louboutin è un gigante della couture e per giunta francese, beh le cose cambiano.
La questione, oltre ad essere legale, è anche economica: la Christian Louboutin Ldt ha chiuso il 2010 con vendite pari a oltre 250 milioni di dollari USA grazie alla vendita di 600mila paia di scarpe all’anno. Quale potrebbe essere il danno economico per l’azienda seguito di una decisione sfavorevole da parte dei giudici?