La riforma della protezione civile, arrivata alla Camera in questi giorni per la discussione in assemblea, prevedeva all’articolo 2 l’introduzione dell’assicurazione volontaria contro le calamità naturali. Una buona formula come ne ha già parlato Stella sul Corriere. Ma il parlamento ha fermato l’iniziativa del Governo e ha cancellato l’articolo dalla legge che riforma la protezione civile.
L’articolo 2 del decreto legge avrebbe previsto l’adozione di un regolamento per la delegificazione sulla materia della copertura assicurativa del rischio calamità da attuare entro 90 giorni. Il comma 2 avrebbe poi posto le basi del regolamento con “l’estensione della copertura assicurativa del rischio calamità naturali nelle polizze che garantiscono i fabbricati privati contro qualsiasi danno” al fine di escludere, almeno parzialmente, “l’intervento statale per i danni subiti da fabbricati”. Per promuoverlo erano pensate delle “incentivazioni di natura fiscale”.
Una proposta che aveva fatto molto discutere in Italia ed era stata fortemente criticata perchè letta “come una nuova tassa” invece di vederne gli aspetti positivi che pure ci sono (e forse maggiori rispetto a quelli negativi). Introdurre l’assicurazione a copertura delle calamità toglierebbe alle casse dello stato una parte dell’ingente costo della ricostruzione permettendo di dirigere le risorse verso altri interventi. Certo, i margini per un “pasticcio all’italiana” ci sarebbero tutti, a partire dai criteri scelti dalle compagnie per assicurare un paese quasi tutto a rischio sismico o idrogeologico. Ma ciò non deve essere usato come pretesto per dirsi contrari.
Ad ogni modo la discussione sarà rinviata a data da destinarsi, come si dice in questi casi. Le commissioni Affari Costituzionali e Ambiente hanno emendato il decreto legge sopprimendo l’articolo 2, quello delle assicurazioni. «In linea di principio – ha detto in aula l’on. Salvatore Margiotta, relatore per la commissione Ambiente – riteniamo che sia giusto dare la facoltà ai cittadini di assicurare la propria abitazione anche rispetto alle catastrofi naturali, oltre che ai rischi che classicamente sono oggetto di un’assicurazione su una abitazione e, anzi, siamo così d’accordo sul principio che abbiamo dato la disponibilità a tutte le forze politiche e al Governo di andare verso una legge ad hoc sull’argomento, approvata magari anche in sede legislativa dalle Commissioni». Ma per ora niente e se ne riparlerà nella prossima legislazione.