Gli Illuminati hanno ucciso Michael Jackson. A sentire questa affermazione la prima cosa che mi viene in mente è: “Non riesco a pensare a una sola ragione al mondo per cui gli Illuminati (chiunque essi siano) potessero volere la morte di Michael Jackson”. Ma nel mondo del complottismo le cose non sono mai così semplici: scavando a ritroso e interpretando tutto nel modo “corretto” le prove per suffragare le tesi più allucinanti si trovano sempre. Quindi: gli Illuminati hanno ucciso Michael Jackson. Resta solo da capire perché.
La cosa più importante da sapere è che gli Illuminati hanno in mano il mondo del music business, come praticamente ogni altro settore economico-finanziario. Il loro scopo non è solo quello di far soldi con la musica, ma soprattutto di traviare le nostre ingenue menti facendo passare messaggi subliminali attraverso le canzoni più note delle pop-star. Canzoni che indeboliscano la nostra volontà e ci rendano asserviti a loro. Un esempio? Britney Spears e la sua hit “I’m a Slave 4 U”. Chiaro, no? Per la serie: “Desistete”. Un’analisi accurata del pezzo incriminato la potete trovare in questo video dal titolo “I’m a Slave 4 Satan”. (Peraltro l’autore a un certo punto dichiara di essere un “grande fan” di Britney Spears, il che è già sufficiente per dubitare della sua lucidità).
Ok, ma che c’entra Michael Jackson? Ovviamente anche il Re del Pop ha fatto carriera nel mondo della musica solo perché al soldo degli Illuminati. Ma poi è successo qualcosa: MJ si è ribellato ai suoi padroni. Lo ha fatto nel 1991, attraverso l’album Dangerous, lanciando messaggi anti-Illuminati nella cover del disco e sfruttando il video di “Black or White”.
Prima di tutto, la cover del disco. Stando a questa analisi, Michael Jackson ha creato una copertina che è tutto un groviglio di simbologia massonica attraverso la quale svela i piani degli Illuminati. Occhi onniscienti, triangoli, Baphomet, l’immagine del fondatore degli Illuminati Adam Weishaupt e addirittura, nel mezzo, una terra schiacciata in un meccanismo: chiara allusione alla tecnologia HAARP. Il tutto sovrastato dallo sguardo di Jackson, come a dire: “Vi tengo occhio”.
E poco importa che secondo la giornalista di Repubblica Giulia Iselle (chiaramente un agente del male) l’uomo raffigurato sia in realtà P.T. Barnum, il celebre millantatore e organizzatore di spettacoli circensi, e che la cover sia invece una sorta di grande circo che racconta la vita di Michael Jackson. Il triangolo – che si compone unendo le tre scimmie sopra e sotto lo sguardo di MJ – è una prova schiacciante di quello che il Re del Pop stava cercando di dirci grazie a Dangerous.
Ma il vero capolavoro è questa analisi dei quattro minuti finali del video di “Black or White” (saltate pure la primissima parte), che mostrano MJ prima in forma di pantera e poi intento a ballare e distruggere cose a caso in giro per la strada. Il tutto è in verità un processo di purificazione che Michael Jackson sta facendo per liberarsi dal malvagio influsso degli Illuminati. Quando balla, non è che stia solo ballando, sta: “facendo mosse occulte che solo i membri dei gruppi occulti possono capire”, ah beh!
E le cose scritte sui vetri che spacca sono simboli massonici: una svastica, la scritta “Niggers go home” (ma le tre g stanno ovviamente per 666) e la scritta “KKK Rules” (il Ku klux klan certo, ma la k è l’undicesima lettera dell’alfabeto, 11 x 3 = 33: il grado più alto delle gerarchie massoniche) e infine distrugge l’insegna di un hotel con scritto “Royal Arm”. La scritta “royal” non è casuale (e quando mai?) visto che la famiglia reale, quale non è dato sapere ma immaginiamo quella inglese, è una delle più antiche nella stirpe degli Illuminati. Ulteriore dimostrazione del tutto è che il video è stato censurato.
Già, il fatto che la canzone si intitolasse “Black or White”, che la pantera rimandi alle Black Panthers (se proprio si vuole) e che i simboli che Jackson spacca siano simboli razzisti è una spiegazione troppo semplice per essere vera. Anche perché, se così fosse, perché il video è stato censurato e accorciato? Non certo perché quattro minuti, a fine canzone, in qui MJ balla tutto il tempo e praticamente senza musica fossero poco televisivi. Mavvà!
Se ancora tutte le dimostrazioni non vi bastassero, pensate a questo: solo due anni dopo l’uscita dell’album comincia la distruzione di MJ attraverso le varie accuse (poi dimostratesi false) di pedofilia. Il primo tentativo degli Illuminati di distruggere l’immagine del Jacko post-ribellione. E per la gioia dei cospirazionisti di tutto il mondo è lo stesso Michael che attorno al 2001 inizia a parlare di “cospirazione”, del fatto che “loro lo vogliono distruggere”, che è il momento “di dire la verità”, che loro “vi stanno mentendo”, ecc. ecc.
In effetti il Re del Pop parla chiaramente di una forma di cospirazione più vasta, non legata soltanto ai suoi processi e ai suoi dissidi con il capo della Sony Music all’epoca, Tony Mottola, che nel 2001 boicottò il lancio di Invincible. Parla infatti anche delle “menzogne sui libri di storia” e altra roba del genere. C’è abbastanza materiale per essere seriamente inquietati.
Gli Illuminati, però, se ne stanno tranquilli nelle loro vesti col cappuccio: l’opera di distruzione del personaggio ha dato i suoi frutti e l’influenza di MJ sul pubblico non è più la stessa di prima. Finché avviene quello che nessuno si aspetta: nel 2008 viene annunciato che Michael Jackson partirà per un nuovo tour mondiale. Il tour del suo rilancio. 10 date che vengono poi aumentate a 50 per fare fronte alla grandissima richiesta. E alcune voci vogliono che durante questo tour MJ avesse intenzione di spingersi ancora più in là, di raccontare ancora più approfonditamente chi e che cosa governa il mondo. A questo punto gli Illuminati non hanno più scelta, e il 25 giugno 2009, a poche settimane dalla partenza del tour, organizzano l’omicidio del Re del Pop sfruttando il suo medico personale, Conrad Murray.
A scatenare le voci sulla cospirazione e quant’altro, oltre alla stupenda apparizione del fantasma di Michael nel suo ranch di Neverland, contibuiscono due fratelli di MJ: La Toya e Jermaine Jackson, che cominciano a parlare di complotti, della volontà di uccidere Michael e tutta una serie di dichiarazioni che hanno acceso l’immaginazione di tutti i complottisti fan di Michael Jackson (un sottoinsieme parecchio numeroso). Ma loro non parlano mai di Illuminati, semmai del governo americano, della CIA e dell’FBI. E vabbé, forse è troppo pericoloso, o poco credibile, mettersi a parlare di cospirazionismo a quel livello.
Ora: forse il livello di paranoia dei due fratelli è un po’ troppo elevato, anche se nei confronti di Michael, da parte delle autorità, c’è stato un bel po’ di accanimento. Ma dalle parole di Jermaine Jackson si capisce come tutto il complotto sarebbe stato orchestrato per una ragione: la contesa del famosissimo catalogo di canzoni dei Beatles e non solo, dal valore stimato in 500 milioni di dollari. Catalogo che sarebbe anche all’origine degli scontri con la Sony.
Forse che gli Illuminati volessero a tutti i costi mettere le mani sulle canzoni dei Beatles? Può essere, visto che anche loro sono stati accusati di essere al servizio di Satana…
In definitiva:
E’ probabile che a qualche livello ci fu un boicottaggio, un complotto, da parte del music business contro MJ, teso a prendergli quel catalogo che faceva gola all’industria.
E’ improbabile che le accuse di pedofilie e l’omicidio siano direttamente legate a questo complotto.
E’ impossibile che MJ sia stato ucciso perché si era ribellato agli Illuminati e si rifiutava di continuare a fare il loro sporco lavoro di corruzione delle menti innocenti.