Il quotidiano diretto da Mario Calabresi ha fatto lo scoop, ma ha voluto ridimensionarlo. Niente prima pagina, niente titoloni. Nascosto e relegato tra le pagine economiche. Sono ben pochi infatti, anzi praticamente nessuno, i quotidiani che hanno rilanciato la notizia.
Secondo “La Stampa”, la procura di Biella ha contestato al Ministro dello Sviluppo Economico presunti reati fiscali che l’ex ad di Banca Intesa, poi consigliere delegato di Intesa San Paolo dopo la fusione, avrebbe commesso fra il 2006 e il 2007.
Come riporta il quotidiano torinese, rilanciato poi dal Fatto quotidiano, “le contestazioni riguardano un’operazione detta di arbitraggio fiscale internazionale transitata attraverso Biverbanca, istituto biellese all’epoca controllato da Banca Intesa e poi ceduto al Montepaschi. L’operazione sotto inchiesta sarebbe stata secondo l’Agenzia delle Entrate pensata e messa in atto per ottenere dei benefici di carattere fiscale. Approfittando delle “asimmetrie” tra il sistema impositivo italiano e britannico si sarebbe formato un credito fiscale acquisito per imposte pagate all’estero”.
Nel fascicolo aperto a Biella si ipotizza la “dichiarazione fraudolenta mediante altri artifici” e la dichiarazione infedele, che secondo l’articolo 3 e 4 del decreto legislativo numero 15 del 2000 sono punite rispettivamente con la reclusione da un anno e sei mesi a sei anni e da uno a tre anni.
Per una vicenda analoga, il gip di Milano ha rinviato a giudizio Alessandro Profumo, ex amministratore delegato di Unicredit e oggi Presidente di Mps, proprio per frode fiscale e ostacolo all’attività giudiziaria.