Excusatio non petita: non ho un iPhone, né desidero averlo. Semplicemente perché trovo estremamente scomodo il rispondere a decine di mail in mobilità senza il riscontro di una tastiera “fisica”. Detto questo, il 29 giugno 2007 veniva messo sul mercato il primo iPhone.
In cinque anni, stando ai calcoli dei consulenti di Strategy Analytics, ripresi da Forbes, Apple ha venduto 250 milioni di melafonini, con ricavi complessivi per 150 miliardi di dollari. Una cifra semplicemente pazzesca. Senza fare marchette, bisogna riconoscere che l’idea di Steve Jobs ha fruttato alla casa di Cupertino la bellezza di una media di 30 miliardi di ricavi l’anno dal 2007 a oggi. Il dato è molto bello, soprattutto per le tasche dei suoi dipendenti e azionisti, ma è poco significativo se preso di per sé. Vediamolo in termini percentuali: nel 2007 i ricavi da iPhone hanno contribuito per il 2,5% sul totale, mentre i computer Mac quasi la metà, 42 per cento. Nel 2008 la distanza si assottiglia, rispettivamente 17,9% e 38,3 per cento. Nel 2009 rimangono ancora in vantaggio i computer, ma di pochissimo: 32 contro 30 per cento. Nel 2010 il sorpasso: 37,4% iPhone e 26,1% Mac, oltre all’8% derivante da un’altro prodotto killer: l’iPad.
Tanto per fare un paragone, prendiamo un altro prodotto lanciato nello stesso periodo. Il 4 luglio 2007 Marchionne presenta la nuova Fiat 500. Da allora, Fiat Group Automobiles – la divisione auto del Lingotto – ha chiuso il 2007 con ricavi pari a 26,8 miliardi di euro, così come nel 2008. Nel 2009 le vendite sono scese a 26,2 miliardi di euro, 27,8 nel 2010 e 27,9 nel 2011. Ovviamente è una provocazione, acquistare uno smartphone non richiede esattamente lo stesso impegno finanziario di un’auto. Eppure un prodotto che da solo supera i profitti di una delle prime cinque case automobilistiche mondiali è davvero degna di nota, anche se non si ama particolarmente il magico mondo di Steve Jobs.