Non posso nascondere la mia preoccupazione per l’attenzione insufficiente da parte del Governo e del Parlamento. Credo in Expo 2015 e credo che potrà essere una grande opportunità, ma da parte del governo ci sono troppi ritardi e disattenzioni.
Giuliano Pisapia – Sindaco di Milano
150 Paesi espositori, 20 milioni di visitatori in 6 mesi e 0 interesse da parte dello Stato italiano. Sono questi i numeri reali che descrivono la situazione dell’EXPO 2015, l’evento mondiale conquistato da Milano mentre lo Stato italiano, in linea con le sue prestazioni deficitarie in ogni campo, perdeva malamente tutti i restanti: gli attuali Europei di calcio in favore di Polonia e Ucraina e le Olimpiadi 2020 in favore di Istanbul, Tokio o Madrid.
150 Paesi espositori, 20 milioni di visitatori in 6 mesi e 0 interesse da parte dello Stato italiano. Sono questi i numeri reali che descrivono la situazione dell’EXPO 2015, l’evento mondiale conquistato da Milano mentre lo Stato italiano, in linea con le sue prestazioni deficitarie in ogni campo, perdeva malamente tutti i restanti: gli attuali Europei di calcio in favore di Polonia e Ucraina e le Olimpiadi 2020 in favore di Istanbul, Tokio o Madrid.
Il disinteresse dello Stato italiano non nasce da una mancata volontà di collaborazione dovuta a “divergenze politiche”: l’attuale maggioranza di Palazzo Marino è formata anche da partiti che appoggiano il governo dello Stato italiano.
Il cosiddetto “Governo dei tecnici” ha “tecnicamente” deciso quindi che EXPO 2015 non è d’interesse per i destini dello Stato italiano: meglio quindi puntare su nuove tasse e imposte strozzando così le famiglie e le attività economiche lombarde.
L’abdicazione di Pisapia ha portato alla pubblica attenzione il disinteresse di Roma per il nostro evento mondiale, ma non si può fingere che sia una sorpresa né per il sindaco della Capitale lombarda, né per l’assemblea di Assolombarda alla quale si era rivolto.
Il destino di Milano, e della Lombardia, è ad un bivio: continuare per questa strada, iniettando continuamente risorse ad uno Stato italiano vorace e sull’orlo del fallimento economico e sociale, o seguire la via intrapresa dalla Scozia, cercando di formare uno Stato snello e protagonista in Europa, passando per la via dell’autodeterminazione?
Vivere da ignorati o da protagonisti?
È ora, anche per Pisapia, di fare la scelta giusta.
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