Chi desidera sottoporsi ad un’operazione di cambio di sesso potrebbe decidere di dare un’occhiata a quello che succede in Serbia. Nello stesso paese dove organizzare un gay pride è tuttora una questione di sicurezza nazionale, quattro centri specializzati servono una clientela in costante aumento: creando così un’inaspettata eccellenza internazionale.
Nel corso degli ultimi anni Belgrado è diventata una nuova mecca per chi desidera sottoporsi ad un’operazione per cambiare sesso: secondo i dati del “Belgrade Center for Genital Reconstructive Surgery” più di cento persone provenienti da tutto il mondo si sono rivolte a chirurghi della capitale serba lo scorso anno.
Per Miroslav Djordjević, professore di urologia a capo del centro, la Serbia sta diventando una meta importante nella regione perché questo tipo di interventi, oltre ad essere controverso, non viene eseguito negli altri paesi della regione: “la nostra fortuna è cominciata nel 2005, quando abbiamo cominciato ad avere i primi clienti internazionali: oggi i nostri centri sono tra i migliori al mondo”. Il passaparola resta, secondo lo specialista, la migliore pubblicità: “I nostri pazienti si sono sempre detti soddisfatti e oggi non c’è transessuale in America che non abbia mai sentito parlare del lavoro svolto qui a Belgrado”, sostiene.
E’ soprattutto il costo che porta a preferire Belgrado rispetto ad altre soluzioni: il prezzo di un intervento in Serbia può essere di soli 10.000 dollari, confrontati con i 50.000 che invece dovrebbero essere sborsati dal cliente in una clinica negli Stati Uniti. Tra gli altri, anche Chez Bono, il figlio transgender di Cher, ha espresso il desiderio di recarsi in futuro a Belgrado, per essere operato da medici Serbi.
Questo risultato è quantomeno insolito per una società, quella Balcanica, di norma patriarcale e restia ad accettare relazioni tra persone dello stesso sesso. Nella stessa città dove recentemente ha aperto i battenti un istituto per gli omosessuali cacciati di casa dai propri genitori, sempre più pazienti riescono ad ottenere un cambio di sesso che viene addirittura finanziato attraverso i soldi della sanità pubblica.
Un indizio che lentamente le cose stanno cambiando nel paese? Il dottor Dušan Stanojević, uno dei pionieri di questo settore nella regione, ha dichiarato al New York Times: “siamo figli di due genitori, il primo è la Chiesa Ortodossa ma il secondo è il Comunismo”. Un comunismo che comunque era ben lungi dall’essere permissivo e progressista, se si tiene presente che simili questioni erano considerate tabù e non erano menzionate in nessun manuale medico della Jugoslavia Titina. 20 anni dopo, questo tipo di procedure è diventato una nicchia nella quale Belgrado, con i suoi quattro centri specializzati, eccelle inaspettatamente a livello internazionale. “Tra i nostri pazienti abbiamo anche celebrità, attori o cantanti”, dice Ljubiša Zivadinović, del Gruppo per il Turismo Sanitario. “Sono contenti del nostro lavoro, non abbiamo mai ricevuto lamentele. Spesso ci contattano anche a distanza di tempo dell’operazione, inviandoci foto o lettere per mostrarci la loro nuova vita”.