Bari – Nel secondo trimestre del 2012 le aziende pugliesi sono aumentate dello 0,68%. Commentando questi dati economici, diffusi da Unioncamere, il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, aveva parlato di “un’inversione di tendenza che ha dell’incredibile”. “Mentre ovunque imperversa la crisi – aveva aggiunto Vendola – dalla Puglia arrivano quei segnali di luce nei quali speravamo già dai tempi della manovra anticiclica, alla fine del 2008, e che abbiamo continuato ad alimentare con il Piano straordinario per il lavoro. Una controtendenza che ci riempie di fiducia e che, pur nelle difficoltà attuali delle famiglie e delle imprese, ci conferma che credere in alcune politiche e perseguirle senza cedimenti alla fine paga. Noi abbiamo disegnato la mappa della crisi quando a livello nazionale veniva ostinatamente negata e abbiamo immaginato gli incentivi più adatti non solo a far restare le imprese in Puglia, ma a costruirne di nuove”. Ed ancora: “I numeri che raccontano la controtendenza della Puglia sono i numeri che abbiamo ottenuto contrastando la crisi attraverso pacchetti articolati di incentivi per le aziende, grazie ai quali abbiamo messo in campo in due anni 1.220 milioni di euro, il 2,25% del nostro prodotto interno lordo. Molti degli incentivi che hanno consentito la moltiplicazione delle imprese sono a fondo perduto e destinati alla ricerca, mentre il decreto Sviluppo di Monti da 80 miliardi, elimina in un colpo solo gli equivalenti incentivi statali, destinando alla ricerca industriale solo finanziamenti agevolati”. Eppure la realtà industriale del barese racconta un’altra storia, come hanno dimostrato gli (ex) lavoratori dello stabilimento pugliese della Om – Carrelli Elevatori in protesta.
Lo hanno compreso i Deputati del Pdl Raffaele Fitto, Antonio Distaso, Simeone di Cagno Abbrescia e Francesco Paolo Sisto, i quali hanno denunciato in un’interrogazione parlamentare: “Il Ministero dello Sviluppo Economico intraprenda una iniziativa istituzionale per favorire la riconversione dello stabilimento OM Carrelli di Bari, dando una risposata concreta ai 274 dipendenti”. Un calvario iniziato il 5 luglio 2011 quello degli operai dell’azienda, quando l’Om Carrelli ha comunicato ai sindacati, nel corso di un incontro tenutosi presso la sede di Confindustria, la dismissione del sito industriale di Bari ed il trasferimento della produzione ad Amburgo. Diverse da allora le tappe cruciali che hanno portato i lavoratori, ad oggi, alla cassa integrazione ed alla disoccupazione: la discussione il 21 dicembre 2011 dell’offerta da parte della Hybrid per iniziare un processo di riconversione del sito, avviando la costruzione di “taxi verdi”; le mancate intese tra la Hybrid ed il gruppo Kion, a capo della Om, per arrivare allo scorso giugno, quando il Presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, ha reso noto l’interesse nell’investimento sullo stabilimento di Bari da parte della società Calvi Holding, successivamente venuto meno. Infine, la sottoscrizione a Roma dell’accordo per la concessione della cassa integrazione per i 274 lavoratori dell’Om Carrelli di Bari. “Da ultimo – aggiungono i Parlamentari – l’azienda QUell Tecnology ha manifestato interesse per la riconversione dello stabilimento offrendo occupazione a 120 persone. Ad oggi però, i lavoratori non hanno alcuna certezza sul futuro dello stabilimento e sulla propria prospettiva lavorativa. Per questo – concludono i Parlamentari – chiediamo al Ministero dello Sviluppo Economico di convocare un Tavolo istituzionale sulla vertenza, dal quale possano venir fuori prospettive concrete per il futuro dello stabilimento e dei lavoratori coinvolgendo anche la Regione Puglia, i cui vertici sono stati invitati ad agire con un’altra interrogazione presentata dai nostri Consiglieri Regionali”.
Il capogruppo ed il vicecapogruppo vicario del Pdl alla Regione Puglia, Rocco Palese e Massimo Cassano, hanno infatti chiesto in una interrogazione al Presidente della Giunta e all’assessore regionale al Lavoro di “costituire un gruppo di lavoro che analizzi e approfondisca proposte e risorse a disposizione per concretizzare l’ipotesi di reindustrializzazione in essere della OM Carrelli di Bari, che valuti ulteriori possibili ipotesi di industrializzazione in altro sito per la produzione di carrelli elevatori, che costituisca un Tavolo tecnico tra Sindacati ed Istituzioni locali e che individui proposte di nuove soluzioni atte a garantire certezze per il futuro ai 274 lavoratori dello stabilimento”. Nel ricordare che a giugno scorso è stato firmato a Roma l’accordo per la cassa integrazione dei dipendenti, Palese e Cassano hanno inoltre chiesto al Governo Regionale di “poter dare risposte concrete ai lavoratori”. A fronte della cassa integrazione straordinaria scattata per i lavoratori dal primo di Luglio, gli stessi dipendenti Om hanno più volte dato la disponibilità a rinunciare all’ammortizzatore sociale se reinvestito nel progetto di riconversione del sito.