La Nota Politica dei VentenniLe ragazze dell’attentato di Brindisi non hanno diritto alle pomate per le ustioni: per la Regione Puglia sono “trattamento estetico”

Sono state bersaglio voluto dell'odio personale e della furia cieca di un pazzo. Ragazze indifese e inermi, travolte da un'onda di fuoco, nel luogo che doveva essere il più sicuro. Azzurra Camarda,...

Sono state bersaglio voluto dell’odio personale e della furia cieca di un pazzo. Ragazze indifese e inermi, travolte da un’onda di fuoco, nel luogo che doveva essere il più sicuro.
Azzurra Camarda, Selena Greco, Sabrina Ribezzi sono le tre compagne di scuole di Melissa Bassi, coinvolte nell’attentato alla scuola Morvillo-Falcone di Brindisi.

Per lo Stato e l’opinione pubblica, sconvolti dalla tragedia, sono vittime. Per la Regione Puglia e il servizio sanitario nazionale, no.

Le tre ragazze ferite nell’attentato di Brindisi, ustionate gravemente su tutto il corpo, non hanno, infatti, diritto alle cure mediche delle ustioni e al sostegno del servizio sanitario nazionale, che non copre le spese per le costose pomate.

Considerate, quest’ultime, “trattamento estetico” e non “trattamento sanitario”, non sono né rimborsabili né prescrivibili dal medico di base. E costano. Tra i 50 e i 100 euro a tubetto e non assicurano che il loro corpo tornerà come prima, dal momento che più del 60 % di esso rimane ricoperto di bruciature.

Le cure necessarie gravano,inoltre, sul bilancio delle famiglie delle tre adolescenti, alimentato per lo più dallo stipendio di un solo genitore.
La Regione Puglia si è distinta, in questi ultimi anni, per gli scandali del settore sanitario e gli sprechi di denaro pubblico: basti ricordare la vicenda Frisullo-Tarantini-Tedesco e le nomine pilotate nelle Asl del governatore Vendola, per cui ha ricevuto un avviso di garanzia. Oggi, anche per l’irragionevolezza, perchè per questo tragico caso si potrebbe fare un’eccezione. Il presidente Vendola si attivi e provveda.

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