Cara lettrice, Caro lettore,
da quando internet è giunto nella nostro quotidianità, gli scocchi e gli stupidi hanno trovato il modo di elevare al cubo la loro bramosia nel diventare immorali zitelle pettegole e acide. Nessuna distinzione di sesso e di razza, sia chiaro. Delle donnine invidiose lo si sa e anche ci si aspetta che si comportino a tal maniera, ma bisogna con molto rammarico prendere atto che i commenti più inaspriti giungono dalle dita esili dei giovin signori d’Italia. Moderne femminucce alla ribalta.
Federica Pellegrini è una Dea dell’acqua. Moglie e consorte solo della perfezione. E’ un’atleta prima che una donna, perché ha davvero ben poco di umano. Tutto ciò che tale, umano, poteva sembrare, prima delle sfortunate vasche di ieri sera, lo aveva nelle sue meravigliose gambe e nei suoi occhi scuri (ci pare). Il resto è pura perfezione. Le è toccata in sorte una dote, quella straordinaria di essere tutt’una con l’acqua della piscina. Ma nulla è frutto del caso, nemmeno i guizzi compiuti a pelo d’acqua. Ci sono voluti determinazione e molti, moltissimi sacrifici. Nulla di invidiabile, siate sinceri, eppure non appena la Nostra Dea ha cominciato a mietere vittorie tutti hanno preso a rubarne la scia. Uno dietro l’altro Sua Maestà Federica Pellegrini si è trascinata dietro 60 milioni circa di italiani entusiasti. Vinceva lei e si gioiva con lei. Infrangeva primati mondiali ed era lei a farci riscoprire l’orgoglio italiano. Figlia dei suoi tempi, mai davvero sopra le righe, Sua Maestà Federica Pellegrini ha visto crescere le attenzioni di un popolo intero. Un popolo ingrato, sia detto ad alta voce, che mentre innalza agli onori e celebra senza ritegno, trama per avere un Piazzale Loreto a portata di mano. Sua Maestà cambia fidanzato (smascherando l’isteria dei maschietti lasciati che perdono d’un colpo ogni dignità), e si diverte a sfruttare la popolarità girando spot dopo spot. Fino a quando commette un errore. Un errore madornale ed insieme imperdonabile: si permette il lusso di dire alle zitelle a casa che lei, Sua Maestà, mangia i dolci e non ingrassa.
Si aprano le porte del cielo e vengano avanti i Cavalieri dell’Apocalisse. Non lo avesse mai fatto. Le brontolone hanno stretto un nodo al fazzoletto aspettando di potersi vendicare praticando lo sport nazionale: l’ingiurio ignominioso e infamante. Domenica sera a codeste figure l’occasione per riversare su internet tutta la loro frustrazione l’ha offerta il destino e, probabilmente, una delle pochissime giornate no di Sua Maestà Federica Pellegrini. Così frotte di bisbetiche hanno sciolto le falangi e via a cinguettare commenti inaciditi sul conto di Sua Maestà. Nulla di strano, potrà dirsi in giro. In fin dei conti tra donne impera l’invidia. Invece no. Perché i più guastati e buzzurri si sono rivelati i pensieri degli ominicchi. Ignoranti di ogni sorta di spirito cavalleresco che vorrebbe che l’onore delle donne si difenda a fil di spada a costo della propria vita e non lo si infanghi come fosse un velo steso a nascondere una pozzanghera agli occhi di una signorina. Dimentichi di tutto questo, si sono lanciati lì dove nessuno avrebbe mai osato spingersi, nella più becera tra le stupidità: linciare Sua Maestà.
Ci si augura che possano vergognarsi per il resto dei loro giorni, ma si è consapevoli che difettano di tempo. Tra un cinguettio e l’altro devono stendere il phard, incipriarsi il nasino, smaltarsi le unghie, rassodare i glutei, sfinare il punto vita, definire le sopracciglia, ma più d’ogni altra cosa impegnarsi quel poco che basta per eliminare ogni parvenza di mascolinità.
Cordialità
GianMaria D’Aspromonte