Ci eravamo illusi che bastasse avere Super Mario Balotelli in una Nazionale per mostrarci improvvisamente uniti, multietnici, vincenti e moderni, ma il Settebello, permetteteci, è tutta un’altra cosa.
E pazienza se dovesse andare male, se la Croazia (che è un po’ l’equivalente della Spagna nel calcio in questo periodo) dovesse batterci e farlo sonoramente e pazienza anche se da domani torneremo tristemente a parlare di calcio, non quello giocato, ma quello delle compravendite, delle scommesse e del razzismo e della violenza negli stadi, per ora lasciateci godere questa Nazionale realmente pulita, mai polemica, mai alla ricerca di attenzioni.
È un Settebello fatto dai «nipotini» di quel fantastico gruppo che vinse lo storico oro di Barcellona nel 1992, guidato da uno di quegli artefici, Sandro Campagna, siracusano con le idee chiare, stratega, tifoso e motivatore richiamato a furor di popolo e di giocatori, alla guida di una Nazionale che aveva provato ad allenare con un grande coinvolgimento del movimento e del settore giovanile, salvo arrendersi ai soliti ostacoli italiani e volarsene in Grecia per cinque anni, per poi essere richiamato a patto di poter portare avanti un progetto personale.
Eccolo qua il progetto di Campagna: dopo l’onta dei Mondiali di Roma nel 2009 chiusi all’11° posto, la vittoria ai Mondiali di Shanghai nel 2011 ed il quarto posto agli Europei ed ora, una nuova generazione di giovani arrivata alla piena maturità in questa Olimpiade dove esordiscono in nove, con un due capitani storici come Tempesti e Felugo alla ricerca dell’occasione di una vita ed una formazione che ha pescato il meglio dal movimento italiano, ma ha saputo veramente buttare giù le frontiere nazionali e sportive.
Non c’è un angolo dell’Italia, anzi del mondo che non sia rappresentato da questa Nazionale, dalla Sicilia del Ct e di Valentino Gallo alla Mitteleuropa, culla di questo sport, dove è nato Alex Giorgetti, italiano di Budapest o dove sono cresciuti i naturalizzati croati Premus e Deni Fiorentini fino ad arrivare al giramondo Pietro Figlioli, nato a Rio, cresciuto in Australia e campione con l’Italia e ad Amaurys Perez, ex nazionale juniores cubano, approdato al successo a 35 anni grazie alla raccomandazione di un amico di avventura del Ct, Carlo Silipo.
Più forti di tutto anche loro: sia dell’addio-shock alla vigilia delle Olimpiadi, della Famiglia Volpi alla Pro Recco, la Juventus della pallanuoto italiana che non parteciperà alle coppe europee e rischia di sparire dal campionato e dove militano otto nazionali, sia delle polemiche seguite all’invito a Federica Pellegrini e Filippo Magnini a partecipare alla finale, i due grandi imputati del fallimento del nuoto italiano, difesi a spada tratta dai pallanuotisti.
Che sia chiaro, prima che tutti salgano sull’ipotetico carro del vincitore: nessuno avrebbe puntato su questo risultato del Settebello 2.0, che spopola sulla rete, non disdegna le copertine di For Men e Men’s Health ed è ben voluto dal popolo quanto snobbato dalla stampa che vedendo le prime partite li aveva accreditati del quinto/sesto posto, dagli alti vertici del Coni, che solo oggi alzano la cresta esaltando gli sport di squadra, devastati da campionati sempre più zeppi di stranieri, poveri di giovani e di investimenti, e della Federnuoto che adesso sperano di salvare faccia e poltrona, dopo i fallimenti della vasca.
Altro che Calcio…il vero riscatto italiano arriva da loro. D’altronde fu proprio Sandro Campagna al rientro da Shanghai lo scorso anno, nel pieno della bufera politica, a dire che gli italiani quando sono coesi e determinati non sono secondi a nessuno, un messaggio e che tutto ciò era importante per le future generazioni. Un messaggio a cui non sono seguite chiacchiere ma altri risultati.