Siena mi fé, disfecemi Maremma (Divina Commedia, Purgatorio V )
Ogni estate, puntuale come l’anticiclone tropicale, il Presidente della Camera, Gianfranco Fini, fa di tutto per mettersi in imbarazzo. Non sono bastate né la stucchevole querelle di due anni fa sulla casa di Montecarlo, ultimo lascito di una nobildonna alle casse di Alleanza Nazionale, poi – per sua stessa ammissione – svenduta con leggerezza al cognato Giancarlo Tulliani; né tanto meno le clandestine immersioni nella riserva naturale dell’arcipelago dell’Argentario a placare le “audaci avventure” dell’inquilino di Palazzo Montecitorio.
Gli abbiamo perdonato, nel corso della legislatura, la sua condotta politica fuori dall’aula, il fatto che abbia abdicato spesso alle sue prerogative e doveri istituzionali, trascurandone la dovuta imparzialità, per continuare a fare il leader politico.
Promise di dimettersi un minuto dopo che si fosse accertato che il cognato dimorasse o fosse in possesso della casa di Montecarlo, ma non mantenne mai la parola data. Anche in quel caso, abbiamo lasciato correre.
Oggi la prima pagina del quotidiano Libero, a nove colonne, riporta l’ultima avventura dell’intrepido Fini: nove camere dell’Hotel dei Presìdi, ad Orbetello, nel cuore della Maremma, in provincia di Grosseto, sono state riservate da Luglio a Settembre per ospitare altrettanti uomini della sua scorta personale.
Chiariamo i fatti.
Dopo aver abbandonato a malincuore, come ricorda il giornale di Viale Majno, gli ameni lidi della costa di Anzio, dal 2008, il Presidente Fini preferisce trascorrere con la famiglia le vacanze estive ad Ansedonia, elitaria meta estiva affacciata sul Monte Argentario. Alloggia in una splendida villa in affitto, in via delle Ginestre: essa è inaccessibile ai teleobiettivi dei fotografi più scaltri, figuriamoci all’occhio, inesperto ma curioso, di un blogger de Linkiesta, che sul posto si è recato per toccare con mano la notizia.
Così, mentre il presidente Fini era ancora a Montecitorio – ufficialmente i lavori parlamentari si sono chiusi lo scorso 6 Agosto – nove camere erano già prenotate e occupate ad Orbetello, secondo quanto riportano le pagine del giornale fondato da Feltri.
Ai giornalisti di Libero, lo staff dell’albergo – un tre stelle elegante e grazioso, con vista sulla laguna – ha confermato la lunga prenotazione a favore delle guardie del corpo del parlamentare. Sebbene Barbara Romano, nel lungo articolo, abbia descritto con precisione di aver visto, nella sala adibita alla colazione mattutina, tre inconfondibili guardie del corpo, ho voluto, trovandomi nei paraggi, andare a curiosare anch’io.
Le domande che sorgono sono pruriginose tanto quanto le eventuali risposte. Chi paga l’inutile e sproporzionato soggiorno? Era davvero opportuno impegnare così tanti uomini e per così tanto tempo?
E’ ragionevole farli alloggiare, essendo deputati alla protezione dell’incolumità della terza carica dello Stato, a 9 km di distanza dalla sua dimora? A questo punto non facevano prima ad alloggiare in una caserma di Pubblica Sicurezza?
C’è inoltre da aggiungere che la camera singola costa 120 euro al giorno, mentre quella matrimoniale viene 140 euro/die. Il tutto da moltiplicare per nove, quanti i poliziotti del servizio di sicurezza, stante una prenotazione di 70 giorni.
A carico di chi? Questa, la domanda inquietante cui vorremmo avere risposta, stante anche una coincidenza particolare.
Il “Relais dei Presidi” di Orbetello risulta essere di proprietà della Ergife S.p.a., società controllata dalla famiglia dei Marchesi Fezia, che detiene a sua volta la proprietà dell’omonimo Ergife Palace Hotel di Roma, dove il Movimento Sociale Italiano soleva organizzare i propri congressi.
Almeno un po’ di romanticismo c’è…