ABC. A-Always, B-Be, C-ClosingMercato immobiliare agostano: la crisi è mondiale (ma con qualche eccezione)

Il settimanale economico The Economist ha rilasciato il consueto “bollettino” sull’andamento del mercato immobiliare nel mondo: in ben dodici dei ventuno Paesi monitorati si registrano andamenti ne...

Il settimanale economico The Economist ha rilasciato il consueto “bollettino” sull’andamento del mercato immobiliare nel mondo: in ben dodici dei ventuno Paesi monitorati si registrano andamenti negativi dei prezzi rispetto ad un anno fa.

Il mercato che più di tutti ha segnato un primato nella contrazione dei prezzi, è quello irlandese che ha visto letteralmente dimezzare il valore delle abitazioni rispetto al 2007, e il cui calo rispetto all’anno precedente si attesta poco sotto al 15%. Altro Paese duramente colpito è la Spagna, con valori medi in discesa del 23%, e che dovrebbero perdere un altro 22% (secondo le previsioni degli esperti britannici) a causa della situazione disastrosa dell’economia spagnola, dove un quarto della forza lavoro è disoccupata.

Per contro, in Asia i prezzi continuano a lievitare: è il caso “record” di Hong Kong con un incremento annuo del 6% (e un +64% dal 2007), e di Singapore (+21% dal 2007), mentre la Cina ben evidenzia i timori di un rallentamento dell’economia, con il quinto calo consecutivo mensile dei prezzi, innescato dall’esplicita intenzione del governo di Pechino di arginare il boom immobiliare degli ultimi 5 anni per evitare l’incontrollato aumento dei prezzi. Progetto che si è tradotto nell’impedire con apposite misure l’acquisto di seconde case, colpendo appunto il mercato immobiliare che è uno dei motori centrali della crescita cinese, e che pesa il 15% sull’economia cinese.

Ritornando in Europa, ottime le perfomance dei Paesi germanofoni, con il boom dell’Austria (+11% rispetto ad un anno fa), spinto anche dagli investitori italiani con le conseguenti proteste austriache; e della Svizzera, che si posiziona al quarto posto nel rialzo dei prezzi. La Germania, anche in questo ambito si conferma come un mercato “sicuro” (+7% dal 2007), con una lenta ma costante crescita dei valori, favorita anche dai controlli delle autorità tese ad evitare eccessi di crescita, e dalla particolarità del mercato: difatti solo il 46% dei tedeschi è proprietario di casa, al confronto con il 66% in Gran Bretagna, o il 68% dell’Italia.

E il nostro Paese? Secondo il settimanale britannico continua la graduale discesa dei prezzi (-9,4% dal 2007); ma mentre i canoni di locazione risultano aver raggiunto un sostanziale “equilibrio di mercato”, il valore delle abitazioni risulta ancora sovrastimato del 15% rispetto al “fair value”.

Come sempre, il settore immobiliare è un’ottimo osservatorio sull’andamento dell’economia, e molto spesso ne è causa scatenante: il principale fattore dell’aumento dei prezzi degli immobili è la disponibilità di credito. Se l’accesso al credito è facile ed economico, il prezzo salirà velocemente: riprova ne è il disastro finanziario (negli Stati Uniti, nel Regno Unito, in Irlanda e in altri paesi) causato dai prestiti “generosi” concessi al settore immobiliare. In Italia (come del resto in Gran Bretagna), sono stati gli istituti di credito che hanno cercato (o meglio, stanno cercando?) di evitare un crollo del mercato immobiliare, al fine di evitare una catastrofe nel settore bancario. Il vero problema è però questo continuo procrastinare la situazione di molti progetti o società immobiliari, quando proprio non si vuole “fare finta”. La discesa dei prezzi è ineluttabile.

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