LOMBARDIA NEXT STATE IN EUROPEResuscitare il Biscione di ALFA per risvegliare l’economia Lombarda

Da 16.000 lavoratori a 0, da centro innovatore capace di dare lustro nel mondo a due simboli nazionali lombardi (il Biscione Visconteo e la Croce di San Giorgio) ad un desolante e polveroso deserto...

Da 16.000 lavoratori a 0, da centro innovatore capace di dare lustro nel mondo a due simboli nazionali lombardi (il Biscione Visconteo e la Croce di San Giorgio) ad un desolante e polveroso deserto. Questo è il ritratto dello stabilimento ALFA (Anonima Lombarda Fabbrica Automobili) di Arese (MI), ma anche della società automobilistica stessa.

Una storia gloriosa finita in polvere, doverosa di approfondimento perché parte essenziale dell’economia Lombarda dal secondo dopoguerra, ma anche perché, politicamente parlando, sarebbe ingiusto ritenere persa la possibilità di veder tornare operativo un grande impianto aziendale capace di dar lavoro a migliaia di famiglie lombarde, e sarebbe ancora più ingiusto tacere sulle azioni di personaggi politici ancora in attività.

Ad esempio, sono evidenti le responsabilità di attori che al momento guidano la Lombardia, come il Presidente Formigoni, impegnato in prima persona, a parole, per una rinascita dell’impianto ma, come ha commentato Carlo Pariani, di FlmUniti – CUB Alfa Arese:

Dal punto di vista finanziario la Regione si era impegnata ad investire una somma di 358milioni di € in 5 anni, a cui bisognava sommare 107milioni di € decisi dalla finanziaria 2005 e affidata a “Sviluppoitalia”, che avrebbe dovuto essere il motore di sviluppo di Arese. Abbiamo poi scoperto che un terzo di questi fondi (36 mln di €) è stato invece dirottato per i forestali della Calabria, mentre i restanti non sono mai stati spesi. Regione Lombardia invece ha unicamente finanziato una colonnina ad idrogeno che, dopo le foto di rito con il Presidente Formigoni, è stata spostata.

Preso atto che Formigoni e la sua Giunta non sono interessati alla riapertura di Arese, è logico domandarsi quali siano gli interessi in gioco. E’ presto detto, l’Accordo di Programma per la “riperimetrazione, riqualificazione e la reindustrializzazione dell’area ex Fiat – Alfa Romeo” , che la Regione stessa intende ratificare, smantellerà completamente la vocazione industriale dell’area, cancellarà definitivamente il Museo dell’Automobile (ad oggi comunque chiuso al pubblico, tanto per preservare la memoria dello storico presidente ALFA Luraghi, che l’aveva fortemente voluto) per creare la solita gigantesca, immensa area commerciale – residenziale, una specie di, praticamente, città nella città.

I cittadini di Arese e dei comuni interessati, secondo gli usi e costumi della politica italiana, non sono ritenuti degni di decidere nulla a proposito del detto “Accordo”. Una pura e semplice votazione referendaria, secondo i canoni della democrazia diretta, riteniamo sia assolutamente fondamentale per opere faraoniche come queste.

Riteniamo sia inoltre doveroso, vista l’importanza dell’impianto, suggerire un’altra versione per la sua destinazione.

Attualmente il marchio ALFA è di proprietà di FIAT, la quale ha chiuso l’impianto e trasferito la produzione e progettazione a Torino.

Al detto marchio ALFA si è mostrata interessata, pochissimi anni fa, l’azienda tedesca VolksWagen, attuale leader del mercato automotive europeo, forte dei 159 miliardi di ricavi nello scorso anno, con profitti per 15,8 miliardi di €. Interessata principalmente alla storia del marchio, conosciuto a livello planetario, e allo stabilimento proprio di Arese.

Sebbene la politica non c’entri più nulla con le decisioni riguardanti ALFA (ed è meglio così, visti i precedenti di impianti assolutamente inutili progettati nelle località del meridione d’Italia per puri interessi clientelari, come nel caso dei tentativi fatti dall’irpino Ciriaco de Mita, ministro dell’industria, per un impianto da costruire nelle vicinanze del seggio elettorale in cui veniva votato), la politica lombarda può cercare di revitalizzare il già esistente interesse tedesco per l’impianto e il marchio, spingendo il marchio VW a proporre una nuova offerta a FIAT.

In Finlandia, Stato sovrano di dimensioni demografiche ed economiche inferiori a quelle lombarde, è stato strappato un accordo per costruire 100.000 vetture di Daimler Crysler, altra società tedesca di punta nel mercato europeo, nonostante il fisco finlandese non sia dei più leggeri.

Se anche la Lombardia fosse uno Stato sovrano, potremmo far resuscitare un marchio storico tipicamente lombardo, in partnership con una delle più grandi società a livello europeo nel settore, ridonando lavoro a decine di migliaia di famiglie lombarde.

Non lo siamo, accontentiamoci dell’essere quindi una Regione italiana, e del centro commerciale e delle nuove palazzine in costruzione, che derivano in questo caso.

Tanto si merita, evidentemente, la storia industriale di ALFA per la politica italiana.

Giovanni Roversi

www.prolombardia.eu

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