Due mesi dopo la nomina ai vertici di Generali, si vedono già i primi effetti della cura di Mario Greco. Dopo aver iniziato la riduzione del perimetro delle attività del Leone con la vendita della controllata israeliana Migdal per 705 milioni di euro, oggi è toccato al management.
Da quanto si apprende da un comunicato diramato pochi istanti fa, la prima vittima illustre è Raffaele Agrusti, downgradato da direttore finanziario a country manager per l’Italia. Al suo posto come Cfo, «ruolo ridefinito secondo gli standard internazionali», si legge nella nota, arriverà Alberto Minali, una vecchia conoscenza dalle parti di piazza Unità d’Italia, dove ha iniziato la sua carriera. Proprio come Greco, Minali ha lavorato per Allianz-Ras, oltre ad aver ricoperto cariche direttive in Cattolica Assicurazioni ed Eurizon, prima di fondare a Lugano la Katarsis capital advisors, società di consulenza assicurativa. Infine, l’attuale country manager per l’Italia, Paolo Vagnone, andrà a dirigere il progetto Business globale Commercial & Corporate, che significa «riorganizzazione delle attività del Gruppo finalizzata alla creazione di una unica piattaforma organizzativa e operativa».
L’obiettivo è chiaro: tagliare i costi e semplificare la struttura per scongiurare l’eventualità di un costoso aumento di capitale. D’altronde, è proprio per questo che i principali azionisti della compagnia assicurativa, da Mediobanca ai senatori Lorenzo Pellicioli e Leonardo Del Vecchio, hanno sfiduciato Perissinotto lo scorso giugno.