IotaEbdomadaria Balcanica #10

Tutto quello che vi siete persi in una settimana di notizie dall'ex Jugoslavia: Bob Dylan bandito dalle radio, la Biblioteca di Sarajevo finalmente libera, la guerra dello zucchero tra Belgrado e Z...

Tutto quello che vi siete persi in una settimana di notizie dall’ex Jugoslavia: Bob Dylan bandito dalle radio, la Biblioteca di Sarajevo finalmente libera, la guerra dello zucchero tra Belgrado e Zagabria. In più oggi piove, ma per sette giorni qui ha fatto un caldo d’inferno.

BOSNIA ERZEGOVINA

Mary Ann Hannessey, capo della delegazione del Consiglio d’Europa, ha dichiarato il 29 settembre che l’attuazione delle riforme pertinenti al caso Sejdić-Finci è più urgente che mai al fine di garantire al Paese la continuazione dei negoziati europei. Stefan Simoas, a capo del Dipartimento Politico presso l’Ufficio del Rappresentante Speciale per l’UE in Bosnia Erzegovina, ha sottolineato che “il Paese deve parlare con una sola voce”, se desidera proseguire l’integrazione comunitaria. “L’UE apprezza molto gli sforzi della Bosnia Erzegovina, e siamo confidenti che essi si concluderanno positivamente, dal momento che il 75% della popolazione supporta questa scelta”.

Il Fondo Monetario Internazionale ha approvato un prestito di 520 milioni di dollari a favore del Paese. Per Nemat Shafik, vice direttrice dell’istituto, la cifra permetterà di realizzare delle riforme strutturali necessarie allo sviluppo.

Milorad Dodik, Presidente dell’entità Serba di Bosnia Erzegovina: “Il Paese è marcio e sta cadendo a pezzi, e prego Iddio che ciò avvenga nel minor tempo possibile”.

Una foto che fa bene. La biblioteca di Sarajevo finalmente libera dalle impalcature (ma i lavori di restauro continueranno per almeno un altro anno).

CROAZIA

Boris Šprem, Presidente del Parlamento Croato, è deceduto nelle prime ore della giornata di oggi, 30 settembre. Šprem era malato di cancro ed era ricoverato in terapia intensiva ad Houston, negli Stati Uniti.

E’ scoppiata una guerra nuova tra Zagabria e Belgrado, ma questa volta l’oggetto della contesa è lo zucchero. Belgrado ha bandito le proprie esportazioni di barbabietole da zucchero per tre mesi: il risultato è che da almeno due settimane le raffinerie Croate non importano un grammo di materia prima dalla Serbia. La perdita economica per il settore potrebbe aggirarsi su una cifra di 10 milioni di Kune.

Bob Dylan è stato bandito dalla Radio della città di Spalato. Il cantautore Americano avrebbe rilasciato dichiarazioni non esattamente gradite dal pubblico croato. Nel corso di un’intervista, Dylan avrebbe equiparato i Croati al Ku Klux Klan ed ai Nazisti. In tutta risposta, Radio Spalato ha rimosso dalla propria programmazione il suo nuovo singolo, “Duquesne Whistle”.

MACEDONIA

Il Ministro degli Esteri greco, in un discorso all’Assemblea Generale dell’Onu, ha accusato la Macedonia di “irredentismo”, con riferimento alla nota polemica sul nome adottato dalla Repubblica all’indomani dell’indipendenza. Dimitris Avramopoulos ha denunciato l’atteggiamento del Primo Ministro Macedone, bollandolo come “un nazionalismo da diciannovesimo secolo”.

La produzione di tabacco in Macedonia potrebbe essere duramente colpita dal nuovo regolamento comunitario dell’UE sui prodotti derivati dal tabacco: Bruxelles mediterebbe la messa al bando del Tabacco Orientale, varietà molto popolare nel paese. Se il regolamento dovesse essere approvato, 37.000 coltivazioni sarebbero minacciate, e 150.000 persone rischierebbero di perdere il lavoro.

Il Premier Nikola Gruevski ha annunciato la costruzione delle prime autostrade nel 2013.

MONTENEGRO

Il Montenegro potrebbe entrare a far parte della NATO nel 2014. Lo ha dichiarato il segretario generale dell’organizzazione, Anders Fogh Rasmussen.

Per Srđan Milić, leader del partito d’opposizione “Partito Popolare Socialista”, il paese sarebbe “sull’orlo dell’abisso”. “E’ necessario che il paese, dopo le elezioni del 14 ottobre, si doti di una maggioranza che non abbia a che vedere con quella attuale. La corruzione è un problema attualissimo per il paese, uno dei principali ostacoli sul nostro cammino europeo, e la classe politica attualmente al potere non ha la forza e la volontà di contrastarla”.

SERBIA

Tomislav Nikolić raffredda le ambizioni europeiste della Serbia: “non abbiamo fretta di entrare nell’Unione Europea”. “Lo faremo alle nostre condizioni”, ha dichiarato il Presidente Serbo, aggiungendo: “in questi dieci anni la Serbia si è ridotta sul lastrico; ora è tempo di pensare un po’ a noi stessi. Molti governi amici sono disposti ad aiutare il nostro Paese”.

Oltre al Kosovo, la grande questione che in questi giorni agita gli spiriti in Serbia è l’organizzazione del Gay Pride, prevista per il 6 ottobre. Si farà, non si farà? Ivica Dačić ha dichiarato che il Governo si riunirà presto per decidere se la marcia si terrà o meno. Gli organizzatori hanno già fatto sapere che non intendono rinunciarvi. Jelko Kačin, portavoce al Parlamento Europeo per la Serbia, ha dichiarato: “Bruxelles non ritiene che la parata sia una condizione per iniziare i negoziati di adesione con Belgrado. Al tempo stesso, però, i Governi Europei accoglierebbero molto positivamente un segnale di tolleranza da parte della Serbia”.

SLOVENIA

Zoran Janković, sindaco di Ljubljana e capo dell’opposizione Slovena, è stato arrestato nell’ambito di una vasta operazione anticorruzione. Anche Jure Janković, suo figlio, è stato arrestato.

Per Boris Pahor, il governo ha sottovalutato i problemi del settore bancario. “I provvedimenti adottati potrebbero non essere sufficienti”, ha ammonito l’ex Primo Ministro Sloveno. Il Paese è a rischio bailout per l’eccessivo indebitamento delle banche. L’allarme finanziario continua dal mese di giugno.

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