Marchionne veste PradaRenzi, Minetti e la fashion week a Milano. La politica capisca che la moda ha bisogno d’aiuto.

Avevo già incontrato Matteo Renzi, sindaco di Firenze e candidato alle primarie del Pd, in contesti legati alla moda. La città che amministra, infatti, non solo è sede di un'importante fiera di set...

Avevo già incontrato Matteo Renzi, sindaco di Firenze e candidato alle primarie del Pd, in contesti legati alla moda. La città che amministra, infatti, non solo è sede di un’importante fiera di settore – Pitti Immagine, specializzato nella moda uomo, bimbo e nel settore filati -, ma ha anche dato i natali a numerose maison italiane: una su tutte, Gucci.

Ieri mattina Matteo Renzi si è presentato – invitato, ci mancherebbe – alla sfilata di Emporio Armani. Qualche ora dopo, poi, l’abbiamo incontrato nel backstage di Ermanno Scervino: mentre i fotografi erano tutti impegnati a immortalare una top model ospite, Dree Hemingway, nipote di Ernest, i giornalisti, televisivi e non, avevano preso d’assalto Renzi. Pronto a rispondere stile conferenza stampa.

Ci sono stati un paio di “A questo non rispondo”, ma erano tutte risposte a domande sulla moda, del tipo “Cosa ti piace indossare?”. Un premier frivolo, del resto, uno che passa il tempo a pensare all’abbigliamento e non ai problemi dell’Italia, in questo periodo di crisi non piacerebbe a nessuno e Renzi lo sa. Alle sfilate ha dato messaggi precisi: la moda è un settore chiave fatto di piccole e medie imprese che sono strette nella morsa delle tasse troppo alte, da un lato, e dell’incremento dei costi dell’energia dall’altro. Imprese che hanno bisogno di un maggiore accesso al credito. Parole sacrosante per ha a che fare con questo settore quotidianamente, credetemi. Poi ha parlato della Bossi-Fini: “Una legge da riformare perchè limita l’accesso dei nuovi talenti stranieri al nostro paese”.

Paragonando la sua presenza alle sfilate (“Mi ha chiesto lui di venire” ha detto Giorgio Armani) a quella dei politici francesi e americani agli show parigini e newyorkesi, dicendosi interlocutore dei grandi imprenditori della moda (“Parlo spesso con Bertelli – ceo di Prada e marito di Miuccia, ndr – e mi insegna ogni volta tante cose” ha detto Renzi), il sindaco di Firenze ha capito che la moda rappresenta un segmento elettorale forte. Fatto di donne, in primis, ma anche di piccoli imprenditori che oggi sono in grande difficoltà. Un ragionamento che il presidente Usa Obama ha già fatto quattro anni fa e a cui ha mantenuto fede in vista delle prossime elezioni.

Questa settimana della moda – oltre che per le collezioni – verrà ricordata anche per i politici: Formigoni da John Richmond, ma soprattutto Nicole Minetti, che salirà in passerella – domenica mattina, ndr – per il marchio beachwear Parah. Una partecipazione controversa: con quella che a tutti sembra una mossa pubblicitaria nemmeno delle più azzeccate, soprattutto per il marchio, Nicole Minetti giura di volersi ergere a paladina del made in Italy.

Fare il paladino del made in Italy, credetemi, è lo sport più praticato nel settore moda e non solo. Quello di cui le imprese hanno bisogno oggi è un sostegno concreto: la percezione diffusa durante questa settimana della moda è che anche le grandi griffes stiano mantenendo i piedi ben piantati a terra. La crisi, mascherata dalle solite sfilate, dai cocktail e dalle inaugurazioni, c’è. E si sente.

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