Se avete cani, mi capirete al volo: esistono una serie di incontri che il padrone teme più di qualunque altra cosa. Ho cercato di sistematizzarli e, per concludere, di racchiudere i miei pensieri in una canzone. Non lo farò sempre, ma spesso sì. Gli incontri sono numerati per semplificare la lettura, ma non sono in ordine di importanza, pericolo o qualsivoglia altro giudizio di merito.
1) Il bambino con il genitore. Per spiegare meglio perché l’incontro con il pargolo sia così tribolato, dovrò ricorrere all’aneddotica. Negli anni ’80, sulle spiagge liguri, un signore – che presumo adesso sia stato incarcerato – portava in giro un cucciolo di leone per fare foto ricordo (a 5000 lire, lo rammento bene perché la volevo ma mia madre me lo impedì). Lo sguardo di quei genitori che permettevano al figlio di avvicinarsi era un misto di terrore (del tipo “oh mio dio, e se poi il piccolo Simba mi divora il pargolo?”) e di fastidio (“stavo tanto bene sotto l’ombrellone a leggere Novella”). Ecco, per farla breve, quando un bimbo, diciamo di un’età compresa tra i 3 e i 6 anni si avvicina ai cani, tutto contento perché vorrebbe solo accarezzarli, sul viso del genitore si dipinge quel miscuglio di emozioni create dal leoncino. E tu, in cuor tuo, preghi ogni santo che il cane non venga infastidito dalle carezze con il pugno che il bambino decide di regalargli.
2) Vecchia signora n.1. La vecchia signora n.1 (che si differenzia dalla n.2 per una serie di motivi che spiegheremo dopo) è terrorizzata dai guinzagli estensibili. L’avrà letto da qualche parte, o sarà successo alla sua amica Anita: sembra che la prima causa di mortalità tra le signore romane over 140 sia la caduta a causa di guinzaglio estensibile. Glielo leggi negli occhi, ancora prima che, a voce altissima, dichiari di detestare questo tipo di attrezzo. A nulla valgono le spiegazioni. Ma è certo che se alla fine non resistete alla tentazione di mandarla a quel paese, vi sentirete in colpa per almeno una decina di giorni.
3) Vecchia signora n.2. La vecchia signora n.2 è invece spavalda. Non ha alcun timore del guinzaglio estensibile, dei cani, siano essi mastini o bassotti, né, tantomeno, di voi. E qui nasce il problema: la vecchia signora n.2 osserva e poi esprime giudizi. Inizialmente sono quasi simpatici: “Guarda che carini i due cagnetti”; poi diventano di merito “Ah ma certo che avere due cani, è un bell’impegno”. Finché, inevitabile, arriva la critica: “Ah, ma gliela fa fare qui la pipì?”. Risposta: “Sì, è un albero”. “Ma non è che adesso mi mordono?”. A quel punto, conviene tagliare la corda prima di mandarla a quel paese e sentirsi, come sopra, in colpa per almeno una decina di giorni.
4) I padroni di altri cani. I padroni sono un mondo infinito e multisfaccettato. Per questo, cercherò di presentare alcuni dei figuri in cui ci si può imbattere.
a) Il naturista: anche se il suo cane sta sbranando il tuo o viceversa, continua a sorridere, mentre tu cerchi di strattonare via il tuo prima che il sangue inizi a scorrere per davvero. “Non ti preoccupare” ti dice con aria sognante “loro sì che sono liberi. Guarda come si divertono”. Il guaire convulso di uno dei due litiganti non lo distoglie dal suo nirvana.
b) Il terrorizzato: “Oh dio, è maschio? Morde? Ha la rabbia? Il mio piccolo Ursus (sui nomi dei cani apriremo una discussione a parte) è molto delicato”. Tendenzialmente, “il piccolo Ursus” pesa 70 kg, ha la bava alla bocca verdastra e guarda i tuoi cani con l’aria di chi sogna un delizioso pranzetto. Meglio cambiare lato del marciapiede.
c) L’entusiasta: lo si incontra generalmente al parco, dove oltretutto i luoghi per ripararsi sono pochini. Ti prende in ostaggio su una panchina e ti racconta di quanto il suo cane sia intelligente, bravo, bello, profumato, affettuoso e via dicendo. Ti racconterà con dovizia di particolari dell’ultima volta che il suo amico peloso ha vomitato in soggiorno davanti agli ospiti. Un consiglio: mai mettersi in competizione con l’entusiasta, è come sfidare un pescatore sulle dimensioni di ciò che ha preso al fiume. Se il tuo cane ha fatto pipì sulla gamba di qualcuno di importante, ecco che per magia il cane dell’entusiasta non solo ha spisciazzato l’intero governo, ma ha anche tenuto un applauditissimo intervento all’Onu su tematiche di integrazione razziale. Se avete gli auricolari, meglio utilizzarli.
Si potrebbe andare avanti all’infinito ma mi fermerò alla numero 5, una storia vera, lo giuro.
5) L’esame del DNA. La zona in cui vivo qui a Roma è ancora abbastanza immune al progresso: ci sono i negozietti, le botteghe e la logica del supermercato ancora non ha preso del tutto piede. Il quartiere si conosce tutto, si saluta, si aiuta. Bello. Essere arrivato da poco più di due anni, però, mi ha impedito di integrarmi alla perfezione nei meccanismi di questo posto. Quindi, per alcuni, sono ancora poco più di un estraneo. Il macellaio, per esempio, che ha la sua bottega proprio sotto il mio palazzo, mi avrà visto sì e no tre volte e non sa neanche chi sia e come mi chiami. Ed è qui che inizia il racconto di vita vissuta.
Portando a spasso i due cani, verso la fine della passeggiata, incrocio il macellaio. Nel frattempo, uno dei due sta leccando una pozza di pipì che potrebbe essere umana.
Macellaio: “crcusaeues (qualcosa di incomprensibile) pulisce?”
Io (che avevo pensato che stesse dicendo che il cane non sarebbe riuscito a pulire tutta la pozza) sorrido.
Macellaio: “Ma che, non pulisce?”
Io (torvo): “Di che cosa sta parlando?”
Macellaio: “Il suo cane sporca e lei fa l’indiano”
Io: “Ma che sta dicendo?”
Macellaio: “Il suo cane ha cagato (sic!) e lei fa finta di niente”
Io: “Veramente non ha fatto nulla, questa è secca”
Macellaio: “E’ che non mi va di litigare, ma lei è uno zozzone”
Io, ormai in preda a un’ira funesta: “Facciamo il test del DNA, e se risulta che non è del mio cane, come sono certo, mi deve delle scuse”:
Macellaio: “Zozzone!” (e se ne va).
La canzone di oggi è qui sotto. Alla prossima