Tutto, o quasi tutto quello che vi serve per fare bella figura quando immancabilmente qualcuno al vostro brunch domenicale vi chiederà: e allora, come la va coi Balcani?
BOSNIA ERZEGOVINA
La settimana conclusasi in Bosnia Erzegovina è logicamente dedicata ai risultati delle elezioni amministrative. Gran trionfo, è il caso di dirlo, dei partiti tradizionalmente legati ad un concetto “etnico” di identità (se ne parlava qui). Disfatta dei socialdemocratici. A Srebrenica, dopo un conteggio durato la bellezza di cinque giorni (e non ancora terminato), Duraković risulta condurre sulla candidata Serba Vesna Kočević per circa trecento voti. A Visoko Amra Babić della SDA vince le elezioni: è il primo sindaco in Europa a portare il velo islamico.
Il rapporto dell’Unione Europea mette in luce le visibili difficoltà del Paese: secondo Bruxelles, la Bosnia Erzegovina ha perso l’occasione di introdurre le riforme necessarie al progresso dell’integrazione del Paese. Di più: non sembra avere la volontà politica necessaria a diventare membro dell’Unione Europea.
In un’intervista che sicuramente a Banja Luka avrà fatto gongolare Milorad Dodik, Daniel Sewer, direttore del Centro per i Rapporti Transatlantici di Washington, ammette che “è difficile giustificare l’esistenza della Bosnia Erzegovina come Paese”, e che “la diplomazia statunitense non ha alcuna idea di come dovrebbero avvenire i cambiamenti istituzionali necessari” a superare l’impasse creata con Dayton.
CROAZIA
Prima grande protesta contro l’austerità a Zagabria: più di 5000 persone sono scese in strada a Zagabria giovedì per opporsi ai tagli decisi dal governo socialdemocratico di Milanović.
A settembre cresce la disoccupazione in Croazia: +3,2% rispetto ad agosto; +9,7% rispetto a settembre 2011.
Se ne saranno accorti a Bruxelles? Pare di no. L’ultimo rapporto loda Zagabria e i risultati ottenuti. Stefan Fule si dice sicuro “che il Paese diventerà il ventottesimo membro dell’UE”. Avanti tranquilli, dunque: la Spagna ha ratificato in settimana il Trattato di Adesione della Croazia, la Francia lo farà a breve. Ma in Germania, tradizionalmente il principale sponsor della Croazia, cresce l’inquietudine verso l’integrazione di stati economicamente deboli.
MACEDONIA
Il Presidente Macedone Gjorge Ivanov e il Presidente dell’entità Serba di Bosnia Erzegovina, Milorad Dodik, si sono incontrati a Skopje. Durante la visita i due leader hanno sottolineato la necessità di intensificare la collaborazione commerciale e politica tra Banja Luka e la Macedonia.
Secondo l’Istituto Nazionale di Statistica, il salario medio netto nell’ex Repubblica Jugoslava di Macedonia nel mese di luglio è stato pari a 20.781 dinari, ovvero 338 euro. In termini reali, la cifra è in diminuzione del 2,4% rispetto allo scorso anno.
MONTENEGRO
E’ tutto pronto per le elezioni politiche in Montenegro. Il “presidentissimo” Milo Djukanović, al potere da vent’anni, guiderà il Partito Democratico dei Socialisti (DPS) contro lo sfidante, l’ex Ministro degli Esteri Miodrag Lekić, alla guida di una vasta coalizione chiamata “Fronte Democratico”. Scontata l’ennesima riconferma di Djukanović. Nel frattempo, una ONG denuncia le irregolarità delle liste elettorali: vi sarebbero, infatti, circa 14.000 casi di doppioni, ovvero di persone che compaiono due volte negli elenchi, all’evidente scopo di poter votare due volte e influire sul risultato finale dello scrutinio.
SERBIA
Ivica Dačić, Primo Ministro Serbo, ha il coraggio di dire quello che in molti pensano di questi tempi: “speriamo che l’UE sopravviva fino al giorno in cui saremo in grado di farne parte”. La dichiarazione è stata fatta venerdì, nel corso di un incontro con il suo omologo Ungherese Viktor Orban a Budapest.
Tomislav Nikolić invece è stato per la prima volta in visita ufficiale a Roma. Nikolić non ha perso l’occasione di ribadire che l’amicizia tra Italia e Serbia è solida, e che a Srebrenica non fu genocidio. Sempre Nikolić ha definito “inaccettabile” la richiesta Europea, espressa attraverso le parole del Commissario all’allargamento Stefan Fule, di rispettare “l’integrità territoriale del Kosovo”.
La Banca Centrale Serba ha comunicato che nel 2012 il PIL diminuirà del 1,5%. L’inflazione stimata sarà del 12%.
SLOVENIA
In Slovenia il Governo di Janez Janša deve far fronte all’ostruzionismo dell’opposizione per ottenere l’approvazione di un pacchetto di riforme giudicato necessario per risolvere la delicata situazione del Paese, che rischia il bailout da inizio estate. “L’opposizione sta cercando di sabotare il governo e mette a repentaglio la sovranità nazionale. Il mio governo vuole evitare di chiedere aiuti dall’estero perché ciò comprometterebbe la nostra sovranità finanziaria”, ha detto Janša, che ha anche ventilato la possibilità di andare ad elezioni anticipate, “come in Grecia”. Questa decisione, però, finirebbe col rendere il Paese dipendente dagli aiuti internazionali.