Ci sono due modi per guadagnarsi da vivere: produrre beni e servizi utili, o costringere gli altri a pagare. In Italia tutti cercano di vivere del prodotto altrui e nessuno produce: questa è la prima ragione del declino.
Le imprese sul mercato lottano per avere consumatori, offrendo merci migliori o prezzi più bassi, e i loro profitti derivano dalla loro capacità di produrre valore. La concorrenza è però stressante: in ogni momento si possono perdere quote di mercato a vantaggio dei concorrenti, e quindi del consumatore.
Quindi a nessun produttore – imprese e lavoratori – piace il mercato, e dunque chiedono allo Stato di limitare la concorrenza: si creano albi per ridurre il numero di professionisti, dazi per evitare la concorrenza estera, oligopoli legali per controllare un intero mercato, etc.
Tutte queste politiche distruggono ricchezza, e riducono la crescita economica: sono politiche stupide, come il marito che per far dispetto alla moglie si evira, e inique, perché i privilegi aiutano i forti contro i deboli.
“Liberalizzare” significa far trionfare le regole del mercato contro i privilegi delle lobby, degli oligopoli legali, dei “campioni nazionali”, delle banche “troppo grandi per fallire”.
Significa che deve essere la capacità di creare ricchezza, e non la connivenza con la politica, a determinare il successo di ognuno.
Significa che il paese al traguardo arriva prima quando ognuno dà il meglio di sé nella corsa, e non quando ognuno cerca di far inciampare gli altri per arrivare primo.
Pietro Monsurrò
@pietrom79