Sampan ExpressMa quanto costa la vita a Bangkok?

Nel nostro immaginario la Thailandia è la meta per una vacanza suggestiva ed affascinante ed al contempo non troppo costosa. Quando a fine settembre ero in procinto di partire per Bangkok da più pa...

Nel nostro immaginario la Thailandia è la meta per una vacanza suggestiva ed affascinante ed al contempo non troppo costosa. Quando a fine settembre ero in procinto di partire per Bangkok da più parti mi sono sentito consigliare di aspettare a comprare un nuovo computer, perché in Thailandia avrei risparmiato. Dopo una breve ricerca online non sono riuscito ad approdare ad una soluzione certa e ho deciso di non rischiare. Ho fatto bene? La risposta è si, ma andiamo con ordine. Innanzitutto va sottolineato che l’elevato numero di stranieri e il crescente numero di thailandesi benestanti fa di Bangkok una megalopoli a due velocità. Per chi ha un salario anche medio-basso rispetto ai canoni occidentali il costo della vita è sicuramente molto basso: un piatto di riso può costare 1 euro, un massaggio tradizionale 3 euro, un tragitto in taxi attraverso tutta la città non più di 5. Però lasciando la prospettiva dei farang – come i thailandesi chiamano gli occidentali – e cercando di capire come vivono i camerieri, gli autisti, i commessi e la miriade di lavoratori di medio-basso profilo che permettono alla città di vivere 24 ore al giorno senza soluzione di continuità, ci si accorge che i prezzi sono elevati.

Il nuovo governo di Yingluck Shinawatra ha mantenuto la promessa fatta in campagna elettorale ed ha portato il salario minimo a 300 baht al giorno (7,5€), ma le zone grigie in cui la legge non trova applicazione restano e sono diffuse. Jao ha 55 anni e viene dal nord, dove però non c’erano più prospettive per lui e così con la sua famiglia 12 anni fa si è trasferito nella capitale. Lavora 5-6 giorni alla settimana come guardiano di un cantiere nel centro di Bangkok, sorvegliando che nottetempo nessuno si introduca. Percepisce 72 baht per ogni turno. Ed è solo un esempio. Tuttavia anche chi è più fortunato di Jao e ha 300 baht garantiti a fine giornata spesso è sottoposto a turni massacranti. Ban ha 29 anni e da 9 anni a questa parte lavora all’interno di uno dei numerosissimi 7 Eleven della città. La catena rappresenta la salvezza di turisti e farang grazie alla sua capillarità sul territorio 24 su 24. Ban lavora una settimana durante il giorno e dopo una giorno di riposo attacca con 6 turni notturni consecutivi da 8 ore ciascuno. Il lavoro è duro, si, ma nonostante tutto è contenta e spera di restare a lungo. Anche Chaiya prende 300 baht, ma è meno soddisfatto di Ban. “Devo guidare questa specie di tuk tuk nel traffico per 12 ore, se ne avessi uno mio guadagnerei molto di più” mi spiega mentre sta compiendo per l’ennesima volta il tragitto dalla stazione dello Skytrain alla fine di Ekamai Road alla guida di un tuk tuk pubblico. Dunque guadagnare 300 baht non sempre è possibile e quando ci si riesce spesso si devono compiere sacrifici rilevanti. Ma bastano per vivere?

Analizziamo nel dettaglio il costo minimo di un mese a Bangkok.

Alloggio: circa 1500 baht per l’affitto di una camera piccola con il bagno in comune a cui vanno aggiunti almeno 300 baht di spese.

Pasti: circa 2500 baht mangiando talvolta in giro (come i thailandesi usano fare) ed altre volte a casa.

Trasporti: circa 1000 baht per i trasporti pubblici

Comunicazioni: circa 500 baht tra telefono ed internet. Servizi a cui in Thailandia nessuno rinuncia.

Altro: circa 1000 baht per beni di uso domestico, ma non alimentari e spese extra come i vestiti.

Secondo questi calcoli circa 7 mila baht al mese (175 euro), corrispondenti a 23 giorni lavorativi effettivi, permettono di sopravvivere senza però dare la possibilità di alcuna spesa extra come spese per il tempo libero, per l’aria condizionata o trasporti extra urbani. Ma soprattutto i prodotti elettronici, diffusissimi, hanno prezzi inferiori agli standard europei mediamente solo del 5-10%. Se un computer o un cellulare può quindi arrivare a rappresentare l’importo guadagnato in diverse mensilità, automobili e case sono del tutto inaccessibili. In particolare colpisce l’elevato costo degli immobili che in zone mediamente centrali sfiora i 2500 euro per mq.

Tutt’altro discorso, naturalmente, per quanto riguarda gli stranieri. “Il salario minimo degli occidentali che lavorano a Bangkok si aggira attorno ai 40-50 mila baht” mi spiega Matteo Fossati ex analista di AIRINC che per tre anni ha girato oltre 60 paesi analizzandone il costo della vita, “e forse non ti dà la possibilità di risparmiare, ma sicuramente permette di avere un ottimo stile di vita”. Un alloggio decente in una zona relativamente centrale costa tra i 15 ed i 20 mila baht, per due pasti fuori casa al giorno di buon livello possono bastare 500 baht e c’è quindi un margine per tempo libero e spese extra. Voce non irrilevante se si considera che divertimento ed alcolici mediamente rappresentano oltre il 20% delle spese degli espatriati occidentali in giro per il mondo. “In ogni caso” prosegue Fossati “l’espatriato medio guadagna mediamente di più e spesso ha casa e macchina pagate dall’azienda”. Dalla prospettiva straniera, dunque, Bangkok è una città in cui si vive bene; i trasporti nonostante il traffico intenso e diffuso sono efficienti, la rete internet copre tutta la città ad ottima velocità, la sicurezza è elevata anche grazie al fatto che raramente ci si trova da soli per strada e per l’indole pacifica dei thailandesi. Comparando la città ad altre due metropoli del Sudest asiatico, stando sempre ai dati di Fossati, dal punto di vista dei beni di consumoBangkok è più cara di Giacarta di circa il 10%, ma più economica di Kuala Lumpur del 15%.

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