Sono contento di avere avuto un buon natale. Niente presepe e niente albero, nessun pranzo e soprattutto nessun regalo. Con l’ eccezione di un (gradito) iPad mini di cioccolato, nessuno ha voluto infliggermi la pena di obbligarmi alla cosa che più detesto al mondo, scervellarmi per trovare qualcosa di inutile da scambiare.
Regalerei volentieri viaggi in Antartide, l’ elixir di lunga vita, la comprensione della matematica o una ricarica della faretra di Cupido, a Silvio regalerei una bella zazzera, cercando di avere in cambio il suo ritiro in pensione a Pattaya, a Beppe Grillo concederei il dono di far ridere invece che vomitare odio.
La misera realtà purtroppo non mi consente di appagare questi desideri e sono felice di essere scampato al conformismo dell’ inutile, del “pensierino”, del dare a qualcuno qualcosa che, se davvero la desiderasse, si sarebbe già preso da solo, aspettandomi di essere ricambiato.
Nemmeno vedo grandi motivi per festeggiare la nascita di Gesù Cristo, soprattutto quando ascolto quel che dice il suo vicario in Vaticano. La religione era sicuramente più divertente nel tempo de li dei falsi e bugiardi e si occupava di cose più utili, festeggiava il sole che in questo periodo dell’ anno, almeno nell’ emisfero nord, ricomincia a riguadagnare spazio sulla notte.
Ammetto la fortuna di avere vicine le persone care, non ho bisogno di una festa comandata per vederle e, quanto a pranzi e cene, bene mi farebbero solo quelli di Chenot.
Proverei un certo imbarazzo nel preoccuparmi degli “ultimi” a Natale, per fregarmene già da Santo Stefano, preferisco ammettere che è vero, me ne frego tutto l’ anno.
Che cosa resta del Natale? Che nelle convenzioni italiche è periodo ammesso per fare una vacanza, modellata su quelle scolastiche. Quindi è stato un buon natale, perché lontano per qualche giorno dalla tristissima Italia, che vista dall’ esterno sembra un Paese condannato alla penitenza, con leader trascinanti solo nel senso che ci trascinano sempre più in basso e senza futuro. Ogni tanto fa bene respirare un po’ di aria fresca.