di Fabrizio Valenza
Intendo l’amore tra Marius e Cosette, scelto tra i molti “amori” di cui si parla nelle centinaia di pagine del romanzo.
Marius e Cosette sono gli innamorati perfetti, non quelli che ci presentano molti filmetti rosa, che mostrano sospiri languidi e contrarietà che si risolvono senza particolari conseguenze per nessuno.
Di sospiri d’amore ne I miserabili ce ne sono, e tra i due innamorati, Marius è quello che sospira di più. Ma sono sospiri reali. Anche chi lo circonda sospira, in vari modi e per diversi motivi.
Per esempio Eponine, la segreta innamorata, una ragazza che – ironia della sorte – si fa tramite perché lui conosca Cosette. Ecco un brano tratto dal capitolo in cui Eponine muore, ferita nei moti rivoluzionari nei quali si era imbarcata per proteggere proprio lui:
– Monsieur Marius! – ripeté la voce.
Questa volta non poteva dubitare, aveva udito chiaramente; guardò, e non vide nulla.
– Ai vostri piedi, – disse la voce.
Egli si chinò e vide nell’ombra una forma che si trascinava verso di lui. Strisciava sul selciato. Era quella cosa che parlava.
Il lampioncino consentiva di distinguere un camiciotto, calzoni laceri di rozzo velluto, piedi nudi, e qualcosa che somigliava a una pozza di sangue. Marius intravide una faccia pallida che si levava verso di lui e che gli disse:
– Non mi riconoscete?
– No.
– Eponine.
Marius si chinò di scatto. Era infatti quella infelice fanciulla.
Un amore che stenta a essere riconosciuto, sempre nascosto, costretto alla clandestinità, fino alla fine.
È il nostro reale star male e soffrire quando ci sembra che per noi l’amore non possa esserci, quando abbiamo l’impressione che noi non siamo degni di essere amati.
Leggendo I miserabili c’è da chiedersi chi vorrebbe essere nella situazione di Marius. Si innamora di una ragazza vista per pochi attimi, per settimane non ha il coraggio nemmeno di guardarla negli occhi per la grande disistima che ha in se stesso. Poi accade che lei scompaia e per oltre sei mesi soffre, rimpiange di non essersi mosso quando poteva farlo. Chi di noi, ripeto, vorrebbe essere nei suoi panni? Risposta certa: nessuno di noi. Eppure, ciò è quello che quasi tutti viviamo nella nostra vita.
La beffa maggiore sembra giungere quando, infine, i due innamorati coronano il loro sogno sposandosi. Che accade? Il comportamento di entrambi, ma soprattutto di quel Marius che nelle sue pene d’amore avevamo sentito tanto vicino e lo avevamo innalzato sul piedistallo dell’esempio d’amante, quel Marius aiutato proprio da un Valjean che gli lascia sempre più spazio, ritraendosi, il loro comportamento finisce per allontanare proprio Valjean, l’uomo che in mille modi diversi ha fatto loro del bene.
L’amore tra Marius e Cosette scalza l’amore che Valjean ha provato per entrambi, fino a salvar loro la vita in più di un’occasione. Una grande ingiustizia, e purtroppo si tratta esattamente di una delle ingiustizie della vita.
I miserabili non si sofferma a creare amori che non possono esistere, perfetti e lineari, semplici e profondi. Tutto nell’amore presentato in quelle pagine è difficile e complicato.