Cronaca di una notte insonne tra i numerosi lavoratori notturni, i ristoranti aperti fino a notte inoltrata e i decibel della musica fino all’alba.
Digitando su Google “Bangkok never sleeps” appaiono quasi 40 mila risultati e il Web sembra così garantire un posto al sole nella speciale categoria cantata da Frank Sinatra anche alla megalopoli del Sudest asiatico. Ma la prassi conferma la teoria? Le righe che seguono sono il racconto di una notte insonne in giro per le vie di Bangkok con l’obiettivo di giungere ad una risposta certa.
24:00 – I grandi centri commerciali sono ormai chiusi da due ore e lo Skytrain ha appena smesso di sfrecciare. Di fronte al Central World, il cuore commerciale della città, molte bancarelle si apprestano a servire distrattamente gli ultimi clienti. Tuttavia sull’altro lato della strada un ristorantino sul marciapiede è ancora completamente attivo; conto 36 clienti e 7 camerieri. Thitipan insiste per farmi salire sul suo Tuk Tuk ma dopo un po’ desiste e mi spiega che in città ce ne sono quasi centomila, alcuni di proprietà degli autisti, altri gestiti da compagnie. Lui purtroppo non è in proprio e non vede l’ora di esserlo. “Non so quanti lavorino tutta la notta, ma almeno fino alle 3:30 quasi tutti” aggiunge.
1:00 – Mi sposto a bordo di un moto-taxi verso una delle aeree maggiormente frequentate dagli stranieri: Soi 11. A differenza degli onnipresenti taxi che si riescono a reperire in pochi minuti, 24 ore su 24, gli spericolati moto-taxi col procedere delle ore divengono sempre più rari. Ristoranti gremiti, pub con musica ad altissimo volume, bancarelle a perdita d’occhio e prostitute un po’ ovunque: questa la scena vivida che mi si presenta. La via è una colonna unica di auto e sembra avvalorare le stime secondo cui Bangkok conta il triplo delle auto che potrebbe sostenere. Conseguenza, questa, anche degli incentivi garantiti per l’acquisto della prima auto. A circa 80 metri di distanza l’uno dall’altro ci sono due dei circa tremilacinquecento 7-Eleven che non chiudono mai e che da soli necessitano di una forza lavoro di circa 13 mila giovani thailandesi ogni notte.
2:00 – Decine di bancarelle di abbigliamento stanno ripiegando la merce, un venditore ambulante di biglietti della lotteria dorme accanto alla sua bicicletta, Pizza Hut e KFC hanno appena chiuso. Siamo ai piedi del Wall Street Inn, in Silom 4, altra zona tristemente nota per le frequentazioni occidentali. La città si sta lentamente addormentando? Il via vai continuo di pedoni, un negozio di intimo, il J, ancora aperto, un Tattoo Center ed il ristorante Tip Top pieno di gente mi suggeriscono che la notte è ancora giovane.
3:00 – Il mio tassista ha attaccato alle 18 e smonta alle 6. “Non è andata benissimo oggi considerando che è venerdì sera” mi confessa mentre siamo incolonnati verso Khao San Road, la meta per eccellenza e spesso l’oasi di tutti i backpackers che si aggirano per il Sudest asiatico. Qui per alcuni la serata è appena iniziata. Un’umanità multietnica e di ogni età è alle prese con le pietanze servite dal Khaosan Wok, ma il luogo in assoluto più affollato è il Center Khao Sarn che sta trasmettendo la Premier League.
4:00 – Mentre attendo il bus numero 25 in un minuto conto scivolare sotto i miei occhi 9 auto, 15 taxi, 16 scooter e 3 Tuk Tuk. Alle mie spalle una cartolibreria è semi aperta e il proprietario ne sta ripulendo l’ingresso. Mi spiega che aprirà alle 9, cioè tra meno di cinque ore. Sul 25 parlo con la mia vicina che lavora in ufficio e torna da una cena. Domani mattina deve fare delle commissioni e si alzerà alle 8, ma non è un problema perché è abituata a dormire massimo 3-4 ore per notte. Giungo così nei pressi del Grand Palace e qui finalmente la città sembra essersi addormentata. Solo alcuni senzatetto dormono gli uni vicini agli altri, mentre qualcuno vaga nel grande parco di fronte alla Thammasat University.
5:00 – Un’auto carica i piatti sporchi: li laveranno altrove. Il ragazzo della bancarella di fronte che avrà circa 18 anni, invece, ha ancora energie e sta lavando qualche centinaio di stoviglie ricurvo sulla sua bacinella. Al semaforo la solita colonna di auto che caratterizza Sukhumvit Road. Ormai, però, l’umanità del venerdì si inizia a confondere con quella pimpante del sabato. Sembra impossibile ritrovarsi completamente soli per strada, a qualsiasi ora.
6:00 – Albeggia ed un anziano sta ancora (o già) ripulendo delle verdure. Mi invita a comprarne qualcuna. “Domani”, provo a dire. “Tomorrow never comes”! Forse è per questo che nessuno sembra aver intenzione di andare a dormire. Rientro che ormai è giorno, ma le note profonde del Wip 168, un afterhours club all’interno del poco lontano Liberty Plaza Bdg, mi terranno compagnia ancora per un po’.