Rotta verso il mercatoBersani, unfit to lead Italy?

È rimasta celebre la copertina dell' Economist di 12 anni fa che bollò Berlusconi come inadatto a guidare l' Italia. In quei tempi spensierati la stampa anglosassone si illudeva ancora che l' Itali...

È rimasta celebre la copertina dell’ Economist di 12 anni fa che bollò Berlusconi come inadatto a guidare l’ Italia.

In quei tempi spensierati la stampa anglosassone si illudeva ancora che l’ Italia potesse rispettare gli standard di minima decenza dell’ Europa che sa stare a tavola (senza poi fare le corna nelle foto ufficiali).

Lo statista di Arcore reagì con una denuncia per diffamazione a mezzo stampa, ma perse la causa e l’ unica cosa che si può rimproverare al celebre settimanale inglese è che non fu in grado di prevedere sviluppi ancor più imbarazzanti, come l’ accusa di aver approfittato di prostitute minorenni. Ma non possiamo dire che non ci aveva avvertiti.

Certo oggi l’ Economist non oserà dirci che Bersani è unfit to lead Italy. Forse è il terrore di dare una mano al redivivo ricco proprietario del Milan, oggi in vena di shopping oppure di favorire fenomeni che oltre Manica ritengono sicuramente balzani come Grillo o Ingroia oppure la rassegnazione a considerarci ormai un Paese di serie B, da cui non si può pretendere quello che è scontato per i Paesi Bassi o la Finlandia.

La Germania ha una collezione di banche dei Länder, influenzate dai partiti e dimostratesi abilissime nel prestare tanti soldi alla Grecia, di cui certo non si può vantare, ma non ricordo di aver mai sentito parlare di mister 5%, di derivati occultati in cassaforte o ipotetiche mazzette di miliardi. Un Ministro da quelle parti si dimette per aver copiato una parte della propria tesi di dottorato, in Svezia per aver comprato un pacco di pannolini con la carta di credito d’ ufficio.

Se scoppiasse uno scandalo come quello del Monte dei Paschi in un normale Paese europeo, sempre ammesso e non concesso che possa succedere, il segretario del partito che da decenni controlla la governance di quella banca chiederebbe scusa agli elettori per come gli uomini scelti dal suo partito l’ hanno gestita e lascerebbe la guida ad una generazione nuova che non ha mai avuto a che fare con le persone sotto indagine, che non ha ricevuto centinaia di migliaia di euro come quasi una quota di caporalato da chi ha nominato a incarichi lucrosi. Lo farebbe anche nel bel mezzo della campagna elettorale.

In Italia no, mitridatizzati dalle case a Montecarlo, dalle Minetti e dai trota, tutto è normale. Non si legge una parola su quello che successe al Monte quando al vertice arrivò De Bustis, mandato dal conterraneo D’ Alema e grazie a dio che il genio politico del Salento non è più candidato.

Se al posto di Bersani ci fosse Renzi, paradossalmente lo scandalo del Monte rafforzerebbe la posizione del partito anziché indebolirla, dimostrando che era giusta la scelta di voltar pagina, di rottamare, ma Il PD è ancora lì con tutto intero il suo apparato, che ha vinto la battaglia contro il sindaco di Firenze, ma rischia di perdere la guerra. Gli sviluppi del caso Monte dei Paschi si susseguiranno, goccia a goccia, per anni e mineranno la capacità di Bersani di governare.

La ‘ggente si rassegna a che un riccone come Silvio possa permettersi, a seconda dell’ umore, tante puttanelle o un nuovo costoso giocatore abbronzato. In fin dei conti che cosa deve fare, poveretto, con tutti i soldi che ha? Non credo che invece perdonerà al PD, il partito che promette di lottare contro le banche, di avere responsabilità nei guai di quella di Siena, a meno che la distruzione del Monte dei Paschi non sia stato un voluto atto d’ inizio della lotta rivoluzionaria contro il sistema finanziario capitalistico. Ce n’est qu’un debut, continuons le combat.

Bersani lo riconosca, è fit to lead Italy, perché l’ Italia è lo studente somaro da cui si pretende poco, ma non è fit to lead un normale Paese europeo. È un’ anatra zoppa prima ancora di cominciare a fare qua qua. Una vittoria alle elezioni sarebbe come quella di Pirro, ne prenda atto e prepari la successione.

Entra nel club, sostieni Linkiesta!

X

Linkiesta senza pubblicità, 25 euro/anno invece di 60 euro.

Iscriviti a Linkiesta Club