Con la visita di Stato in Italia il Segretario Generale del Partito comunista vietnamita, Nguyen Phu Trong, ha aperto la lunga serie di incontri, eventi e manifestazioni che si terranno nel corso del 2013 per ricordare il 40esimo anno delle relazioni diplomatiche tra Roma e Hanoi, siglate il 23 marzo del 1973.
Una tappa, quella italiana, arrivata dopo gli incontri di Bruxelles, dove Trong e’ stato ricevuto dal primo ministro belga Elio Di Rupo e il Presidente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy. Prima di lasciare Roma alla volta di Londra, Trong e’ stato ricevuto in udienza privata da Papa Benedetto XVI. Un incontro inatteso e inusuale, quello tra il vescovo di Roma e capo della Chiesa cattolica e il numero uno del Partito comunista della Repubblica Socialista del Vietnam. Inatteso perche’, come sottolineato dagli osservatori, il martedi’ e’ solitamente un giorno di riposo per Papa Benedetto. Inusuale perche’ le udienze private vengono riservate a capi di Stato o di governo. Un passo importante, quindi, quello compiuto da Trong e Bendetto XVI, che potrebbe dare avvio a nuovi colloqui volti allo stabilimento di relazioni diplomatiche tra Vaticano e Vietnam. E’ qui che vive la seconda comunita’ cattolica nel sud est asiatico dopo le Filippine, rappresentata da oltre otto milioni di fedeli su un popolazione di quasi 90 milioni di abitanti.
Un viaggio europeo che si e’ rivelato piu’ significativo del previsto quello del settantenne segretario vietnamita e capo della commissione militare centrale—il piu’ alto organo di partito sulle questioni di politica militare. Se a Bruxelles i colloqui hanno avuto un carattere principalmente economico, seguiti poi dal ‘secondo round’ di negoziati per la futura creazione di una zona di libero scambio tra Unione europea e Vietnam, a Roma Trong e’ stato ricevuto dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nel bel mezzo delle ‘Giornate vietnamite’: una serie di eventi per la promozione culturale del Vietnam in Italia. “Abbiamo parlato anche dei rapporti tra il Vietnam e l’Italia, che attraversano una fase particolarmente felice: quest’anno sarà l’anno del Vietnam in Italia e dell’Italia nel Vietnam”, ha ricordato il Capo dello Stato sottolineando l’importanza dell’incontro con la “la firma dell’accordo di partenariato strategico tra i due Paesi, tra i due governi, e anche della firma di numerosi accordi di settore”. Ai colloqui ufficiali si sono affiancati incontri finalizzati a presentare il Vietnam all’impresa italiana, come quello tenutosi nella sede romana di Confindustria, organizzato insieme all’Istituto per il commercio estero (Ice) e l’ambasciata vietnamita in Italia. L’iniziativa ha visto la partecipazione di 110 aziende italiane interessate al Paese, oltre al ministro dello sviluppo economico e a quello di ambiente e investimenti di Hanoi. A fare gli onori di casa Paolo Zegna, presidente del Comitato tecnico di Confindustria per l’internazionalizzazione.
Un interesse ritrovato tra Roma e Hanoi, il cui rapporto potrebbe finalmente decollare dopo anni di promesse disattese e per troppo tempo rinviate. Se e’ vero che l’Italia e’ indietro rispetto ad alcuni Paesi europei come Germania, Francia e Regno Unito, non e’ solo per ragioni storiche, ma soprattutto per ragioni politiche ed economiche. “Rispetto ad altri Paesi europei, l’instabilita’ politica interna italiana mina sia l’indirizzo di politica estera che quello economico”, ha commentato a Sudestasiatico.com Vu Xuan Hong, Presidente dell’Unione delle Associazioni d’Amicizia ad Hanoi. Hong ha poi sottolineato la necessita’ “di approfondire una conoscenza reciproca e una maggiore cooperazione nei settori di cultura, istruzione e turismo”, convinto che solo una “reale comprensione tra le due parti e un numero maggiore di investimenti da parte italiana possano garantire relazioni piu’ proficue tra i due Paesi”. Al di la’ di relazioni a livello nazionale e governativo, Hong ha comunque suggerito di lavorare sul piano regionale e provinciale. In quest’ottica l’ambasciata vietnamita in Italia ha finalizzato una serie di accordi con alcune regioni, come quella toscana, per l’apertura di sportelli per la piccola e media impresa italiana interessata ad investire in un Paese che, se anche sta pagando un rallentamento rispetto all’ultimo decennio, rappresenta comunque un’ottima opportunita’ di investimento nel medio e lungo periodo. “E’ bene sottolineare e ricordare quanto fatto in questi quarant’anni di relazioni diplomatiche, ma e’ necessario guardare al futuro e costruire insieme una strategia per i prossimi 15/20 anni”, ha ribadito Hong.
Una strategia evidentemente ben chiara a multinazionali come Eni. Proprio durante la visita di Trong a Roma, la compagnia energetica italiana ha infatti siglato un accordo con PetroVietnam (Vietnam Oil and Gas Group – PVN). Secondo quanto riportato da un comunicato diffuso dalla compagnia italiana–sesto gruppo petrolifero mondiale per giro d’affari–“il Presidente e CEO della compagnia petrolifera di stato vietnamita PetroVietnam, Do Van Hau, e l’Amministratore Delegato di Eni, Paolo Scaroni, hanno firmato oggi (21 gennaio, ndr) a Roma un Memorandum of Understanding per lo sviluppo di opportunità di business in Vietnam e all’estero. L’accordo è stato siglato in seguito all’incontro tra il Primo Ministro italiano, Mario Monti, e il Segretario Generale del Partito Comunista del Vietnam, Nguyen Phu Trong”.
L’Eni aveva gia’ siglato una serie di contratti per operazioni di esplorazione energetica nel golfo del Tonchino. In particolare, il 25 giugno scorso, sono stati siglati accordi “con le compagnie Kris Energy e Neon Energy per l’acquisizione di due blocchi esplorativi situati nell’offshore del Vietnam, rispettivamente nei bacini di Song Hong e Phu Khanh” (Blocchi 105-110/04 e 120). Si stima che nel bacino Song Hong, dove recentemente sono state registrate scoperte significative, sia presente il 10% delle risorse di idrocarburi del Vietnam, prevalentemente gas. Successivamente, ai primi di luglio, l’ex Ente Nazionale Idrocarburi aveva firmato un secondo accordo “con la compagnia indiana Essar per l’acquisizione del 50% e dell’operatorship (diritto di condurre esplorazioni in campo petrolifero, ndr) del blocco esplorativo 114 situato nell’offshore del Vietnam nel bacino di Song Hong”.
Con questa nuova ‘Dichiarazione di Intenti’, si prevede per PetroVietnam l’opportunità di espandere le proprie attività internazionali e per Eni di entrare in nuovi blocchi del paese. “In particolare—si legge ancora nel comunicato–Eni offrirà a PetroVietnam la possibilità di acquisire quote di partecipazione in aree e blocchi internazionali di cui possiede i diritti esplorativi e di sviluppo. Inoltre, nell’ambito delle attività svolte in partnership nel settore dell’upstream, Eni fornirà a PetroVietnam il suo consistente patrimonio di conoscenze, di tecnologie proprietarie e di capacità di training.” Dopo Indonesia, Pakistan e le acquisizioni in Australia, il memorandum siglato con PetroVietnam, rappresenta per Eni “un ulteriore passo avanti nella strategia di rafforzare la sua presenza in Asia, una regione ad alto potenziale e molto attraente in termini di opportunità upstream e di mercato”.
Anche per la compagnia di Stato vietnamita, che nel 2012 e’ riuscita a produrre 16,7 milioni di tonnellate di petrolio greggio, ovvero quasi il 10% in piu’ rispetto all’anno precedente, e’ un risultato sicuramente importante. Nonostante i target ambiziosi fissati dalla compagnia per il 2013, PetroVietnam e’ consapevole delle difficolta’ riguardo le operazioni esplorative nei blocchi offshore a causa delle tensioni nel mar cinese meridionale, dove ben sei Paesi (Brunei, Cina, Filippine Malaysia, Taiwan e Vietnam) si contendono la sovranita’ su due arcipelaghi: Spratly e Paracel. “Tali difficolta’–si legge in un comunicato della compagnia di Stato vietnamita—aumentano i costi di trivellazione […] rendendo maggiormente complicate le attivita’ del gruppo nella regione”. Nell’ultimo anno, infatti, azioni esplorative della compagnia vietnamita sono state bloccate a causa di incedenti dovuti al taglio di cavi sottomarini da parte di imbarcazioni civili battenti bandiera delle Repubblica Popolare cinese. “PetroVietnam ha sottolineato che non fara’ concessioni nella disputa nel mar cinese meridionale, con l’obiettivo mantenere un controllo serrato sulle attivita’ energetiche nella mar cinese meridionale”, conclude il comunicato.