FailcaffèIl solito teatrino

L’appuntamento con le urne è ormai vicino, a campagna elettorale praticamente chiusa (a parte gli ultimi fuochi d’artificio che è lecito aspettarsi da parte del leader Pdl) si può provare a farne u...

L’appuntamento con le urne è ormai vicino, a campagna elettorale praticamente chiusa (a parte gli ultimi fuochi d’artificio che è lecito aspettarsi da parte del leader Pdl) si può provare a farne un bilancio, che, a mio modestissimo parere, si può definire disastroso.

Quella che doveva essere la prima campagna elettorale della c.d. Terza repubblica, altro non è stata che il proseguo dell’indecoroso spettacolo degli ultimi quindici anni, vuoi perché è l’ennesima volta che il Berlusconi si scontra con un altro dei reduci della “gioiosa macchina da guerra”; vuoi perché l’unica novità rilevante è Grillo, leader che si fa chiamare “portavoce” di un partito che si fa chiamare “movimento”, regolato da uno statuto definito “non statuto”; vuoi perché un magistrato manettaro alla fin fine viene fuori sempre; vuoi perché siamo cresciuti col mito della società civile dimenticando quella incivile (anch’essa ben rappresentata) che si nutre delle cronache del peggior giornalismo mi venga in mente (se solo potessi ricordare un’intervista in cui il politico di turno non è riuscito a cavarsela arzigogolando delle non risposte).

Dopo esserci sorbiti per giorni raffiche di titoloni su Corona latitante, manco fosse stato assicurato alle patrie galere Matteo Messina Denaro, dopo la telenovela Balotelli, le immancabili polemiche sulle esternazioni elettorali di Berlusconi (#checenefregadellospread e #ilfascismohafattoanchecosebuone) ecco che un minimo dibattito decente viene fuori solo su MPS, e ti credo, è roba da guinness world record riuscire a mandare a puttane la banca più antica del mondo (ma il Pd è pronto a sbranare tutti, possiamo dormire sonni tranquilli), e Finmeccanica (forse l’unico caso in cui il Silvio nazionale ha espresso un parere in effetti fondato), per ripiombare, ineluttabile, come la crisi quando si sceglie a quale facoltà iscriversi, nell’evergreen di botta e risposta perfettamente inutili.

No, non è per niente quello che mi aspettavo.

Pensavo, da vero ingenuo quale sono, che, per una volta, avremmo discusso delle proposte dei vari partiti, sulla loro fattibilità, e sulla loro possibile efficacia.

Ad esempio, SeL propone a piè sospinto il reddito minimo di cittadinanza e 50-60 miliardi di investimenti sul lavoro, proposte meritorie, senza dubbio alcuno, ma mi chiedo, sono l’unico, in questo Paese, che si è chiesto COME? Quale sarebbe la copertura?

Pensavo, sempre ingenuamente, che sull’istruzione si sarebbe potuta spendere qualche parola in più, se pensiamo che è quanto di più importante per il futuro del Paese. (Riassunto delle puntate precedenti: Monti: scuole aperte anche d’estate; Bersani: scuole aperte anche di pomeriggio). Ed anche in questo caso, va bene, ma di una riforma complessiva del percorso di studi non ne vogliamo discutere? La buon anima di Gentile mai avrebbe potuto immaginare che io avrei studiato ancora sui suoi programmi! E di edilizia scolastica? Le scuole cadono a pezzi! E delle università sotto casa che servono solo a pagare stipendi? E del fatto che questi rappresentino quasi il 90% delle spese per l’università e la ricerca?

E delle città, brutte, in cui viviamo? Dell’ambiente che ci circonda? Si pensa al ponte sullo stretto e non alle buche del manto stradale, ma, vuoi mettere l’attrattiva dell’argomento!

Ci si straccia le vesti per l’articolo 18 (che tutela una percentuale ridicola di lavoratori, intorno al 5%), ma sul vero problema, ovvero la lunghezza del processo del lavoro, l’ostacolo principale agli investimenti, stendiamo un velo pietoso.

La burocrazia sfianca il povero cittadino, costretto a cambiare la residenza per essere assunto nell’attività di famiglia, sommerso da moduli cartacei e carte bollate, ma digitalizzazione e semplificazione sono appannaggio esclusivo del Movimento5stelle, alla faccia dei partiti vicini ai problemi della gente!

Il papa si dimette, e subito parte la gara ad individuarne il successore, i bookmaker si scatenano, ma sul fronte matrimoni omosessuali, tutto tace; e delle coppie arcobaleno, persone che sono andate fino in America per adottare un bambino, che non hanno alcun diritto (e diritti non li ha il pargolo, soprattutto), ne hanno parlato solo “Le Iene”, bontà loro! Balotelli ed El Shaarawi formano la coppia d’attacco titolare della nazionale, ma gli italiani di seconda generazione balzano agli onori delle cronache solo se sanno giocare a calcio!

Infine, per scendere in questioni di poltrone, mi sarebbe piaciuto che le coalizioni avessero indicato la squadra di governo, insomma avrò il diritto di sapere prima se il Ministrero della famiglia (che, per inciso, abolirei) sarà occupato da Vendola o da Rosy Bindi, dalla Carfagna o da Giovanardi, ma, figurati, qua uno va a votare non sapendo manco chi è più il candidato premier! Per non accennare all’ipotesi, rivoluzionaria, che l’indicazione del Presidente della Repubblica (il garante dell’unità nazionale) sia figlia di una discussione pubblica, e chiara, e non di un “accordicchio” sottobanco.

Ma, evidentemente, sono solo un povero illuso.

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