Marchionne veste PradaSuzy Menkes attacca il circo della moda. Tre giovani insider italiani concordano ( e spiegano perché).

Manca poco più di una settimana all'inizio delle sfilate milanesi: per molti un Carnevale che farà concorrenza diretta a quello ufficiale, che va in scena proprio in questi giorni. Niente fatine, M...

Manca poco più di una settimana all’inizio delle sfilate milanesi: per molti un Carnevale che farà concorrenza diretta a quello ufficiale, che va in scena proprio in questi giorni. Niente fatine, Minnie, Biancaneve. Ma abiti da sera sfoggiati alle 9 di mattina, sandali con tacchi vertiginosi indossati magari senza calze, paillettes come se piovessero. Fuori da una sfilata ho notato perfino una signorina con tanto di tuta acetata, fino a poco tempo fa appannaggio di qualche personaggio dei film di Sergio Rubini. Ieri era out, oggi e in: a stabilirlo è il popolo della moda, fatto di tanti addetti ai lavori che durante le kermesse come Milano Moda Donna lavorano anche 15/16 ore al giorno, ma anche di tante new entry di varia natura e provenienza. Contro questo circo si è scagliata oggi Suzy Menkes, puntuale quanto esperta penna dell’International Herald Tribune. La signora Suzy, inconfondibile ciuffo a banana e impeccabile accento londinese, è una delle zarine della moda (se vi interessa Rivista Studio le ha dedicato un’interessante cover story nel numero in edicola). Bene. La Menkes ha firmato oggi l’articolo http://tmagazine.blogs.nytimes.com/2013/02/10/the-circus-of-fashion/ in cui fotografa il circo della moda in modo non certo tenero. Non le manda a dire, insomma, e si pronuncia contro i blogger che esibiscono i regali delle maison (mentre i reporter non potrebbero accettarli), ma anche con le socialité che hanno costruito la propria identità sul farsi fotografare con mises alquanto bizzarre fuori dalle sfilate. Traccia un quadro non molto lusinghiero di una parte rilevante di quello che oggi è il fashion system: blogger, foto street e compagnia bella, infatti, impattano sempre di più sul giro d’affari delle maison. La signora Menkes, tuttavia, compie 70 anni proprio quest’anno. Io, che di anni ne ho 29, la penso più o meno come lei, ma ho voluto capire se l’opinione sia diffusa tra i giovani protagonisti di questo segmento. Ne ho interpellati tre: qui sotto trovate le loro storie e le loro riflessioni.

Andrea Porro, Fashion Editor e Giornalista Freelance, collabora con testate RCS e Mondadori (nella foto)

“Personalmente trovo nella critica di Suzy tanta verità, ma allo stesso tempo tanto “non detto”. Negli ultimi anni indubbiamente il “Circo” della moda si è spostato dall’interno verso l’esterno, dagli show alla strada, dalla carta ai blog. Ma non tutto è così poi negativo, bisogna solo non generalizzare. Questa tanto annunciata “globalizzazione” assieme alla grande espansione dei media e soprattutto dei social media ha profondamente cambiato la nostra società. Ecco allora il proliferare di blog, blogger, opinion leader, trend setter, cool hunter e così via. Quello che prima era il lavoro del redattore, ovvero proporre una moda o uno stile viene ora veicolato da chiunque, basta un telefonino e si è subito “fashion insider”. I veri attori della moda invece dove sono? I più importanti, quelli che nell’editoria ci sono da tanti (troppi?) anni rimangono al loro posto ma noi veri precari, che magari siamo costretti a lavorare per diverse testate, spalmati su 4 o 5 differenti social network per poi portare a casa uno stipendio da fame cosa dobbiamo fare? Personalmente ho scelto la strada di far parte di questi “circo” mediatico, di espormi e di “giocare”, si giocare perché la moda è anche questo. Non mi vesto per accaparrarmi una foto, mi vesto come sempre, fiero della ricerca e del gusto (talvolta considerato “strano”) che mi contraddistingue. E se questa mia voglia di protagonismo può portare ad una maggiore visibilità e magari qualche lavoro in più ben venga. Siamo entrati nel circo? Ora tocca giocare!”

Elisa Pervinca Bellini, giornalista Vogue.it specializzata nel segmento New Talents (nella foto)

I blogger di moda sono l’esempio di come la tecnologia abbia aiutato la democratizzazione della moda, di pari passo con la diffusione del fast fashion. Con buon gusto e spirito di iniziativa, chiunque dotato di smartphone/macchina fotografica e con budget limitati può dire la sua in fatto di stile nel vestire. Conditio sine qua non dovrebbe però essere il buon gusto di cui sopra. Le situazioni per cui gli ospiti della sfilata sono quasi più fotografati dei look in passerella sono lo specchio della differenza tra le motivazioni della maggior parte dei blogger( “guardami!”, un po’ estremizzazione della tendenza a condividere, raccontarsi, esprimersi dell’epoca dei social network) e quelle di chi lavora di moda. Concordo con Suzy Menkes sul fatto che sia quasi motivo di plauso quello di passare inosservati agli obiettivi dei più. Penso anche però che la moda – anche nei look più eccessivi – abbia bisogno di continui modelli a cui guardare e il coraggio con cui alcuni blogger indossano certe stampe e tacchi scultura è un inno alla libertà di espressione. A ciascuno, poi, di fronte al suo guardaroba, l’arduo compito di scegliere con chi identificarsi e che abbinamenti copiare.

Caterina di Iorgi, blogger Blogosfere Style&Fashion (nella foto)

“Leggere i pezzi di Suzy Menkes è sempre illuminante, anche perchè ha la capacità di andare sempre al nocciolo delle questioni, esamina con la sua sagace penna il fenomeno del “circo fashionista” che circonda il mondo della moda e delle sfilate, che ad oggi è il nuovo spaccato del mondo glamour e social. Se da una parte Suzy enfatizza il mondo internet e i blogger “intelligenti” e si diverte nel leggere i loro commenti, d’altra parte ha ragione nel sottolineare che è diventato un vero e proprio incubo tentare di entrare ed uscire da una sfilata cercando di saltare fotografi e videoperatori di street style”

E voi che ne pensate? (so che ci sono temi di ben altra importanza, di certo superiore. Però magari tra un articolo su Papa Benedetto XVI e uno su Finmeccanica vi va di dire due parole sulla moda..)

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