Il 22 febbraio 2012, con un articolo dal titolo Per l’Italia un campionato di serie A o di serie B?, facevo il mio debutto qui, su Linkiesta. Lo dico fin da subito: un grazie al Direttore Jacopo Tondelli (ex non riesco ancora a metterlo), e a tutta la redazione, per l’opportunità.Ebbene sì, questo è il primo articolo non tecnico, ma “personale” in un anno. Ma data non poteva essere peggiore a fronte della situazione davvero improvvisa e irragionevole scaturita nella giornata di ieri.
In realtà a ben vedere, quel primo articolo non fu un gran successo, in termini di apprezzamento sui social network, ma ha rappresentato una sorta di manifesto per tutti i pezzi, gli approfondimenti e le ricerche che son susseguiti da allora: parlare dell’industria, e del settore immobiliare solo attraverso dati e numeri desunti da fonti certe e attendibili a livello nazionale e internazionale, non limitandosi quindi alle fonti informative italiane, realizzando qualcosa di autoreferenziale, ma andando oltre, guardando come all’estero viene percepito il nostro mercato.
Ma lo spazio su Linkiesta è stato aperto fin da subito al dibattito e al confronto, ospitando quindi degli approfondimenti, più che delle vere e proprie interviste, con Giuliano Olivati, Presidente FIAIP Bergamo, Giacomo Morri, professore alla SDA Bocconi e Direttore del Master in Real Estate, Andrea Ciaramella, docente e ricercatore al Politecnico di Milano, Dipartimento Scienze e Tecnologie dell’ambiente Costruito (BEST), Fabio Bandirali, Presidente di AICI, l’Associazione Italiana Consulenti, gestori e valutatori Immobiliari.
Uno degli aspetti più interessanti poi, a mio avviso, è stata sentire l’opinione di professionisti italiani che vivono e operano all’estero, come Gianni Battistella in Germania, Gaetano Buccirossi in Inghilterra, Giuseppe Merenda a Dubai, Bruno Rosso in Brasile, Massimo Nicastro a Miami.
Ma spazio aperto è significato anche elaborare articoli in collaborazione con professionisti di altri settori, come Fabio Bolognini di Linker s.r.l., Giuseppe Lucadello dello Studio TTS, o l’ultimo contributo realizzato con l’avvocato Diego Bucci o riprendendo giusti approfondimenti scovati sulla Rete, come quello di Massimiliano Podestà e di Maurizio Sgroi.
Parlare di immobiliare, significa anche guardare a come cambiano i modelli, degli uffici, delle banche, degli hotel, delle università, degli appartamenti del futuro, dei negozi.
Gli articoli che preferisco? Non c’è una vera e propria classifica, ma tra i settantuno articoli, direi senza dubbio che parlare in pieno agosto 2012 della crisi immobiliare (e bancaria) in Olanda, alla luce degli ultimi avvenimenti è stato lungimirante (anche per questioni meramente lavorative); così come della rielezione di Obama e dei problemi sopiti, ma non risolti, del real estate a stelle e strisce, o della possibile bolla immobiliare in Germania, riprendendo i dati della Bundesbank quando generalmente il mercato di Berlino e della Germania tutta era (ed è ancora da qualcuno) ritenuto inattaccabile, o ancora, e infine, le 10 domande ai candidati premier per le elezioni politiche italiane.
Senza dimenticare poi il mio e-book, Il ballo del mattone, il mercato immobiliare di fronte alle nuove sfide, edito da Linkiesta: grande opportunità e grandi occasioni che mi hanno e stanno aprendo altre porte.
In definitiva, l’aspetto migliore di questo primo anno su Linkiesta, è stato la possibilità di confrontarsi, a volte anche in maniera accesa, su tanti temi, e su una percezione ancora (molto) distorta del settore immobiliare (lo ripeto ancora: il mattone non è più sicuro di un qualunque altro investimento, non rende sempre e comunque), ma soprattutto la possibilità di poter poi conoscere de visu tante persone, è (era?) il bello de Linkiesta: informare per conoscere. È il bello di internet.
Grazie a tutti, soprattutto ripeto all’opportunità datami da Jacopo Tondelli. In attesa di sviluppi, e che la proprietà capisca di star facendo un autogol, il blog si autosospende, sperando che non debba trovarsi una nuova casa.
Il giornale non è solo degli editori, è soprattutto dei lettori #sapevatelo