Laboratorio SiciliaAll’Ars il “modello Crocetta” inizia a scricchiolare sull’abolizione delle province

Ormai sono i protagonisti di Palazzo dei Normanni, sede del parlamentino siciliano. Sono le guest star. Entrati in sordina ed in punta di piedi, fino a qualche settimana fa non facevano paura ai pi...

Ormai sono i protagonisti di Palazzo dei Normanni, sede del parlamentino siciliano. Sono le guest star. Entrati in sordina ed in punta di piedi, fino a qualche settimana fa non facevano paura ai più volte deputati di Udc, Pdl, Pd, Mpa. Ma oggi sono loro ad avere la golden share della legislatura guidata da Rosario Crocetta. Il “modello sicilia” è su tutti i giornali. Bersani vuole esportarlo a Palazzo Madama, e a Montecitorio.

Eppure da quando si evoca a più riprese il cosiddetto “modello Sicilia”, i rapporti fra i grillini dell’Ars e il governatore regionale Rosario Crocetta si sono incrinati.

Tutta colpa della tanto “bistrattate province”. Con il M5S che vuole abolirle, mentre il governatore della Sicilia fa melina, prende tempo. Perché? Ad oggi in commissione Affari Istituzionali dell’Ars sono stati presentate nove proposte. Tutte diverse fra loro, e tutte con obiettivi differenti.

I grillini vogliono abolire: «Perché dobbiamo perdere ancora del tempo?», chiede il capogruppo M5S Giancarlo Cancelleri. «Le scelte sono ormai mature. Abbiamo la grande occasione di essere d’esempio per il resto d’Italia. Daremo battaglia all’Ars. Per noi la discussione non è affatto chiusa». Mentre il Pd vuole rimodulare le competenze, ridurre il numero dei consiglieri e risurre il numero degli assessori in giunta. A ciò si aggiunge la posizione del Pdl e di tutti gli altri partiti del centrodestra che non hanno alcuna intenzione di eliminarle. Anzi fanno pressioni perché si voti per le province nel mese di maggio.

In realtà anche il centrosinistra è in grosse difficoltà. Perché una fetta di Pd starebbe spingendo per far saltare il tavolo, e consentire di votare in quelle province, come Caltanissetta, Enna, Trapani ed Agrigento, dove si dovrebbe votare nel mese di maggio. D’altronde, raccontano a Linkiesta, «c’è chi come Vladimiro Crisafulli, escluso dalle liste nazionali per il Parlamento per opportunità politica, sarebbe già autocandidato per la provincia di Enna». E non sarebbe il solo. Altri “trombati” vorranno giocarsi questa carta…

@GiuseppeFalci

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