In mezzo al caos più totale, senza uno scenario credibile ad una settimana esatta dal responso elettorale, Michele Santoro, giornalista e conduttore di Servizio Pubblico, fa un passo avanti. E lancia, probabilmente per provocazione, un governo che potrebbe essere approvato dall’asse Pd-M5S.
Nella squadra di governo santoriana non c’è spazio per Pier Luigi Bersani, per Matteo Renzi (tirato per la giacca da tutti in queste ore), né tanto meno per Massimo D’Alema, o per Romano Prodi. L’ha chiamato “un governo da approvare” sul sito di Servizio Pubblico, e avrebbe come premier il giurista Stefano Rodotà, che di certo non dispiacerà al M5S. Al Viminale sarebbe confermata l’uscente Anna Maria Cancellieri, e allo sviluppo economico Fabrizio Barca, già alla Coesione Territoriale, e che i più quotano come futuro segretario del Pd. Al netto di Silvio Berlusconi Santoro si è preoccupato di accontentare tutte le forze politiche, applicando il manuale “Cencelli” al “governo da approvare”.
Così candida all’Economia Luigi Zingales, recentemente dimesso da “Fare per Fermare il Declino”, alle Pari Opportunità la professoressa Irene Tinagli, in quota Italia Futura”, agli Esteri Laura Boldrini, eletta parlamentare fra le fila di SeL, ed ex portavoce dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati. Poi ancora: Carlo Petrini, fondatore di slow food, alle Politiche agricole il fondatore di Emergency Gino Strada, alla Sanità, all’Ambiente Catia Batioli, alla Cultura l’ex rettore della Scuola Normale Superiore di Pisa, Salvatore Settis, alla Giustizia Pier Camillo Davigo, al Welfare il sindacista della Fiom Maurizio Landini, alla Difesa il generale Fabio Mini, e all’Istruzione la giornalista di Report Milena Gabanelli.
Una fra le persone direttamente coivolte dal giornalista di Servizio Pubblico, Laura Boldrini, è stata raggiunta telefonicamente da Linkiesta: «Rodotà è una figura che mi ispira perché è grande giurista, è una figura alta, molto sobria. E mi inorgoglisce il fatto di esser accanto a lui». Mentre un parlamentare del Pd, che preferisce restare anonimo, commenta così: «Ma cosa c’entra Landini con Zingales?». Effettivamente.
Su twitter e facebook monta la corsa al commento. Giuseppe Cruciani, giornalsta e conduttore de La Zanzara, ha twittato così: «L’unico risultato di #Santoro è che ha bruciato un po’ di nomi». Marco Meloni, parlamentare Pd di stretta osservanza lettiana, c’ha scherzato su: «Ciao, sono Michele #Santoro, ho appena nominato il governo, ecco i miei ministri. E per un quarto d’ora tutti ne parlerete #fantagovern». Mentre su facebook Pierluigi Battista, giornalista del Corriere della Sera, va oltre: «Mica solo Santoro, Anche io ho un governo già fatto. Contattatemi per ulteriori informazioni. Astenersi perditempo».