Le auto di Google Street View saliranno sul tetto del mondo. Entro pochi mesi le macchine fotografiche di Mountain View mapperanno le strade del Bhutan, a cominciare dalla capitale Thimphu. Nelle intenzioni di Google e del ministero bhutanese per le Comunicazioni e l’Informazione si tratta di un modo per sviluppare il turismo nel Paese.
Nei titoli dei giornali il piccolo regno è spesso paragonato a Shangri-la, la leggendaria comunità sviluppatasi tra i monasteri himalayani raccontata da James Hilton in Orizzonte perduto e diventato, in riferimento all’oriente, sorta di sinonimo di paradiso in terra.
Per preservare le bellezze naturali e la tradizione il governo ha deciso una rigida politica di visti. Attualmente ne sono concessi 100mila l’anno. All’entusiasmo degli esponenti del governo per l’iniziativa si sommano le preoccupazioni per il rischio di violare la privacy dei cittadini. Dasho Kinlet Dorji, sottosegretario all’Informazione spiega di avere ricevuto rassicurazioni al riguardo. In particolare, citato dal quotidiano locale Kuensel, per quanto riguarda le foto nei siti culturali e spirituali e nelle aree di confine.
Le immagini, ha aggiunto, saranno inoltre limitate alle principali aree turistiche. E le macchine guidate da autisti bhutanesi. “Vogliamo fare l’uso migliore della tecnologia”, spiega ancora il rappresentate del governo, “per noi è un beneficio ma dobbiamo evitare i rischi”.
La scalata di Google sulle vette del Bhutan è inoltre l’ultimo passo della società statunitense nei Paesi asiatici meno battuti. A gennaio ci fu il viaggio in Corea del Nord di Eric Schmidt, numero uno della Grande G, in quella che fu definita una visita privata per motivi umanitari assieme all’ex ambasciatore Usa all’Onu, Bill Richardson.
Da venerdì Schmidt sarà invece in Birmania, o Myanmar, come il governo di Naypyidaw chiama il Paese fino a due anni fa paria dell’Asia e oggi sulla strada delle riforme. Tuttavia la vicenda delle discriminazioni contro la minoranza musulmana rohingya e il conflitto con le milizie autonomiste Kachin sono segnali del rischio che le violazioni dei diritti umani e gli abusi possano ancora continuare.
Intanto il regno himalayano si prepara alla seconda tornata parlamentare della propria storia. Noto al mondo come capofila dell’indice sulla Felicità interna lorda, oltre al Pil guarda ad altri parametri per giudicare lo sviluppo del Paese come il rispetto dell’ambiente, i rapporti sociali, l’istruzione, sta rafforzando la propria democrazia (resta ancora irrisolta la questione delle migliaia di napalesi esplusi perché non buddhisti).
Ad aprile ci sarà il rinnovo della Camera alta. E a maggio, anche se una data non è ancora stata fissata ci sarà quello per la Camera bassa. L’attesa è che si ripeta il successo del 2008, quando l’80 per cento dei bhutanesi si recò ai seggi per le prime elezioni che sancirono il passaggio dalla monarchia assoluta a quella costituzionale.