E così Wall Street ha ragggiunto i suoi massimi storici segnati nell’ottobre del 2007, assorbendo quindi la “crisi dei subprime” o almeno così pare.
Ad eccezione della sola Germania, ma non si sà per quanto ancora, tutto il resto della zona Euro è in evidente difficoltà e sappiamo già tutto.
Ciò che è importante constatare però è che se è vero come è vero che il mercato azionario statunitense è il più efficiente al mondo, è altrettanto vero che quando scoppiano le bolle finanziarie è lì a menar le danze anche per tutti gli altri mercati.
Ora, se prendiamo i tre massimi storici segnati alla Borsa di Neyw York, nel corso di questi ultimi 13, non possiamo non osservare che a seguito di una forte crescita è seguita una altrettanto forte correzione.
Nel febbraio marzo del 2000 , terminò il rialzo dovuto, lo ricorderete , al boom della New Economy al quale, dopo un primo segnale recessivo nell’agosto dello stesso anno, seguì tra il 2001 e il 2002 un vero e proprio sboom con una decisa recessione economica, il crollo delle torri gemelle purtroppo rappresentò una assurda scusa alla quale aggrapparsi per giustificare la crisi.
Allora le società della nuova era scontavano utili in anticipo anche di 10 anni e nessun investitore o risparmiatore acquistava più titoli della “old economy” del calibro di Coca Cola, Wal Mart, General Electric, Mc Donald, IBM ecc. ecc.
La preoccupazione delle big company provocò addirittura un intervento corale delle migliori menti del pianeta, i più noti premi nobel dell’economia, che intervennero per “sedare” la follia collettiva che aveva contagiato “quasi” tutti…. vi ricordate i famosi “portali” guai a non averne uno!! …
Passata quella sbornia, che costerà il fallimento di società come Enron e Worldcom, superata anche troppo rapidamente la messa in mora delle banche d’affari anglo-sassoni , accusate di operare dentro un enorme conflitto di interessi, piano piano il mercato azionario ha ripreso a salire arrampicandosi fino al massimo storico precedente, ci troviamo nell’autunno del 2007.
Anche in questo caso la causa che provocò il crollo delle quotazioni, avvenne nell’agosto dello stesso anno , allorquando, grazie (sic!!) a un intervento quasi inascoltato della Goldmann Sachs, si venne a sapere che i mercati di tutto il mondo erano impestati di strumenti finanziari che contenevano mutui di scarsissima qualità sottoscritti da clienti che non avrebbero garantito il regolare pagamento delle rate in scadenza, più conosciuti come mutui subprime.
Anche in quella circostanza gli operatori e i gestori, impiegarono qualche mese prima che si accorgessero della dimensione del problema per arrivare poi al fallimento della Lehman Brothers solo nell’ ottobre del 2008, provocando così una crisi finanziaria peggiore di quella del 1929.
Ma, per non smentire la tradizione di essere considerato dagli osservatori, il migliore mercato azionario al mondo, a dispetto degli altri mercati, proprio in questi giorni l’indice S&P 500 ha toccato i suoi massimi storici, ritenendo che i mutui subprime siano ormai dimenticati…
A onor del vero, sappiamo che tutto ciò è stato possibile, o almeno il raggiungimento del massimo storico, non certo la soluzione dei mutui subprime, grazie soprattutto all’intervento della banca centrale americana, la gloriosa FED, la quale ha immesso sul mercato finanziario locale e internazionale una quantità di liquidità di portata mai vista nel passato.
Grazie anche alla forte volontà del governo, e a quell’intervento straordinario, a parte la Lehamn, si salvarono le banche, le assicurazioni, le agenzie di mutui, insomma si salvò l’intero impianto finanziario americano e così anche quello internazionale.
Si può dunque ritenere che, con la montagna di dollari stampati, ci troviamo in una grande bolla di liquidità? è plausibile… e se i prezzi delle azioni quotate al listino di Wall Street sono saliti per un ritrovato slancio dell’economia (sic ! ) o più probabilmente per trovare un mercato più “solido” lontano dai mercati meno efficienti è possibile pensare che nei prezzi incominci a scontarsi la ripresa dell’inflazione che avrebbe come conseguenza il rialzo dei tassi di interesse.
Non dimentichiamo che i tassi fino ad ora sono stati tenuti volutamente bassi per dare fiato all’economia con tutto quello che potrebbe accadere se ricominciassero a salire in assenza di una crescita effettiva.
Si sà che i mercati vivono di bolle che si gonfiano e poi si sgonfiano, ma se osserviamo quanto accaduto in questi ultimi 13 anni non possiamo non constatare che, l’ultima crisi è più forte della precedente, così come l’incidenza al ribasso degli indici ci confermano questo fenomeno, del tutto anomalo rispetto a quanto accaduto dagli anni 40 fino alla fine del secolo scorso.
E dunque con questo ultimo incredibile recupero dell’indice americano, ci troviamo di fronte alla terza grande bolla…!!??