ChutznikitIsraele-Turchia, tra diplomazia e sentimento

Mentre ci si prepara a commemorare la Shoah (questa sera inizia Yom Hashoa, versione ebraica della nostra "Giornata della Memoria"), in Israele un altro tema occupa le prime pagine dei quotidiani: ...

Mentre ci si prepara a commemorare la Shoah (questa sera inizia Yom Hashoa, versione ebraica della nostra “Giornata della Memoria”), in Israele un altro tema occupa le prime pagine dei quotidiani: un possibile coinvolgimento della Turchia nella mediazione tra Israele e Palestinesi. Il quotidian turco Hurriyet riporta che sarebbe stato questo il tema dell’incontro tra il Primo Ministro Erdogan e il segretario di stato USA Kerry – che oggi atterrerà a Tel Aviv e prenderà parte alle celebrazioni in ricordo della rivolta del ghetto di Varsavia.

Erdogan infatti ha ottimi rapporti sia con Hamas che con l’Autorità Palestinese e gode di fiducia sia a Gaza che in Cisgiordania ed è nell’interesse turco porsi come mediatore anche per riavvicinarsi all’Europa e al sogno di entrare nell’UE: sogno infrantosi nel momento in cui la Turchia ha deciso di seguire una poltica filo-iraniana. A raffreddare le speranze, ci pensa subito il ministro israeliano dei servizi segreti e degli affari strategici Yuval Steinitz, che dichiara che non c’è nessun bisogno di un mediatore in quanto israeliani e palestinesi da anni negoziano direttamente e che in ogni caso Israele non è disposta a negoziare con Hamas a prescindere. E aggiunge che se proprio ci sarà bisogno di un mediatore quello sarà il “Quartetto”, ovvero il gruppo internazionale per il Medio Oriente, costituito a Madrid nel 2002 e composto da USA, Russia, Unione Europea e ONU. Semmai Erdogan potrà fare pressione su Hamas affinchè accetti le condizioni imposte dal Quartetto.

Mentre nel 2007 Israele aveva accettato la mediazione turca sul fronte siriano (negazioni interrotte dalla Siria a causa dell’Operazione Piombo Fuso da parte di Israele a Gaza), le recenti dichiarazioni antisemite di Erdogan lo rendono un mediatore tutt’altro che neutrale e affidabile. Solo un mese fa il primo ministro turco aveva definito il sionismo “crimine contro l’umanità” al pari dell’anti-semitismo e del fascismo.

Nonostante il processo di riavvicinamento tra Israele e Turchia, lo stato ebraico non può ignorare tali dichiarazioni, specialmente a fronte del report 2012 sull’antisemitismo nel mondo, che registra un aumento del 30% degli episodi di violenza contro ebrei ed istituzioni ebraiche nell’ultimo anno. In tutto sono state attaccate oltre 100 sinagoghe, 89 cimiteri ebraici sono stati profanati e sono stati 686 in tutto gli atti di violenza. Parlo di anti-semitismo perchè, benchè Erdogan si riferisse al sionismo, Secondo l’Agenzia per i Diritti Fondamentali dell’UE (FRA),tale accusa, seppur rivolta a Israele, rientra pienamente nella lista dei comportamenti considerati antisemiti. Troppe volte il nuovo anti-semitismo si mette la maschera della condanna “non agli ebrei ma a Israele” e anche Erdogan cade nella trappola di questa logica fallace.

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