Mekong WaveIl Cinema asiatico premiato al Festival di Cannes

Il festival del cinema di Cannes premia l'amore tra due donne e nessuna pellicola italiana. In Asia, invece, vanno diversi premi. Agli appassionati non sarà sfuggito il premio della giuria a Soshit...

Il festival del cinema di Cannes premia l’amore tra due donne e nessuna pellicola italiana. In Asia, invece, vanno diversi premi.

Agli appassionati non sarà sfuggito il premio della giuria a Soshite Chich Ni Naru (Like Father, Like Son), del regista giapponese Kore-eda Hirokazu. Uno sguardo alla paternità vista dall’interno di una famiglia nipponica. Del resto, la famiglia è stata sempre al centro delle narrazioni filmiche di Kore-eda, fin dalla sua prima opera, Maborosi, del 1995. “Quando mia figlia è nata cinque anni fa mi sono posto alcune domande: quando un padre diventa realmente padre? E’ la condivisione sanguigna che fa di un uomo un padre oppure è il tempo che un padre e un figlio/a trascorrono insieme?” racconta il giovane artista asiatico in un’intervista.

Miglior sceneggiatura a Tian Zhy Ding (A Touch of Sin), del regista cinese, Jia Zhang-ke. Co-prodotto da Cina e Giappone, la pellicola dell’autore che si presentò al mondo dai palchi di Berlino, Nantes e Vancouver nel 1998 con Xiao Wu descrive un’immagine del suo Paese attraverso il ritratto di quattro storie. Quattro persone provenienti da diverse zone della Repubblica Popolare cinese, costrette a fronteggiare problemi comuni della Cina di oggi. Un minatore esasperato dalla corruzione, un lavoratore costretto a migrare in un ‘altra regione per sopravvivere, una giovane hostess molestata da un cliente e un quarto operaio costretto a lavorare in condizioni davvero degradanti. L’individuo contro l’oppressore, potremmo sintetizzare, con una dedica speciale al taiwanese A Touch of Zen di King Hu, del 1975.

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Premio Miglior cortometraggio è stato assegnato a Safe, del sudcoreano Moom Byoung-go. Tra le nove opere in concorso, Safe è stata premiata per il suo impegno sociale nel mostrare il lato oscuro della società capitalista. L’edizione del 66esismo festival del cinema di Cannes ha visto il gradito ritorno del regista cambogiano Rithy Panh, cresciuto artisticamente in Francia e già vincitore nel 2003 con S-21, la machine de mort Khmère rouge (S-21: The Khmer Rouge Killing Machine). Con L’image manquante, Panh,che aveva tredici anni quando i Khmer rossi entrarono a Phonm Penh il 17 aprile del 1975, riflette sui quei tre anni otto mesi e venti giorni che hanno caratterizzato la sua vita non solo artistica. Un regista delle memoria che ebbi l’occasione di incontrare proprio nella sua città natale: Incontro con Rithy Panh – IL REGISTA DELLA MEMORIA. Cina, Giappone, Corea del Sud, Cambogia e Singapore. Sì, perchè la Camera d’Or come miglior opera prima è andata a Anthony Chen, con il suo Ilo ilo. Una storia di relazioni ed emozioni ambientata a Singapore che si sgranano all’interno di un nucleo familiare di tre persone. Una vita che deve rivedere tempi e ritmi con l’arrivo di una domestica di nazionalità filippina. Teresa, come molte sue coetanee e compatriote, lascia il suo paese alla ricerca di una vita migliore. E’ il suo legame con il piccolo Jiale a muovere le dinamiche di una pellicola che ripercorre gli anni della crisi finanziaria di fine anni novanta.

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