Silvio Berlusconi è stato condannato a sette anni, pare, ma a sette anni di che cosa?
Sette anni di prigione? Cioè domani verrà portato a San Vittore? O dopodomani verrebbe portato a Rebibbia, se domani si dimettesse da parlamentare e perdesse l’ immunità? Domani decadrà dal pubblico ufficio di parlamentare? Verranno revocate le concessioni televisive a Mediaset?
Osservo stupito Italiani che esultano o si addolorano offesi, per qualcosa che è soltanto virtuale. Silvio Berlusconi condannato non andrà in prigione, nemmeno in quella del Monopoly, non tanto per l’ immunità parlamentare, ma per l’ assurdo gioco “garantista” di infiniti gradi di giudizio che dà al primo il valore delle grida manzoniane.
È estremamente improbabile che Berlusconi debba abbandonare il seggio prima della fine naturale o anticipata della legislatura, conserva il possesso di tre delle sette TV nazionali via etere, non perde un euro della sua ricchezza. Cioè non è successo niente.
Non mi interessa dirvi se la condanna mi sembra giusta o sbagliata, se sette anni sono troppi o troppo pochi, ma solo dirvi che, in un Paese civile, chi è condannato a sette anni va in galera per sette anni e chi condanna qualcuno a sette anni, anziché ai sei chiesti dall’ accusa, davvero intende che il condannato stia in galera per un anno in più.
La condanna odierna di Silvio Berlusconi a sette anni è invece puro flatus vocis, l’ unica cosa di reale è il cancan mediatico e politico, insieme alla spesa per processi che non portano a conseguenze pratiche e che di fatto sono delle rappresentazioni teatrali, delle partite con il pubblico diviso in due fazioni di tifosi.
Agli Italiani piace così? Io sono Italiano non praticante e questa a me pare solo una sceneggiata inconcludente. Le sentenze di primo grado devono diventare esecutive nel momento in cui vengono pronunciate, con l’ appello da discutere con il condannato detenuto. Se così non piace, si eviti di emettere condanne a sette anni di aria fritta.