A darmi la notizia un artista turco su friendfeed. C’è un movimento “nuovo”-o quasi-ad animare status e tweet sui social. Partito circa due mesi fa si rigenera di post in post e trascina dai primi di maggio. Trattasi di occupylove. Mi ha catturata con delle immagini, dei cuori lanciati al cielo, note e versi d’amore comunicati da omini anonimi su sfondo bianco.
Sembrava un progetto su Behance, lanciato dall’autore dei disegni, tale Erman Yilmaz di Istanbul, ma è anche e soprattutto la scia di distribuzione e contaminazione di Occupy Love Film, lanciato il 3 maggio scorso, documentario firmato Velcrow Ripper, cinquantenne regista canadese, sull’onda della lovevolution e di un hahstag che andava diffondendosi già prima talvolta accompagnando pacifici germogli di primavera in tutto il Mondo,#occupylove.
Si legge in proposito sull’Huffingtonpost: anche se l’occupazione pacifica a Zucotti Park è finita, il film documenta come i semi del movimento Occupy hanno germogliato convergendo in un Super Movimento Globale. Iniziative sociali e manifestazioni in tutto il mondo vanno moltiplicandosi condividendo radici e desideri. Tutte sono a base non violenta, azione diretta e creativa per chiedere e portare quei cambiamenti necessari al benessere collettivo e dell’ecosistema che i politici non sono riusciti a realizzare. L’essenza è l’amore per l’ambiente, per la comunità, per l’umanità e il pianeta, la stessa che muove la contestazione agli aspetti distruttivi di un capitalismo privo di compassione e cuore.
NUOVI MODELLI DI DISTRIBUZIONE- Sul sito del progetto è possibile prendere visione del trailer del film, comprarlo per guardarlo subito a meno di 4 dollari, disponibile per un periodo di sette giorni. Un’applicazione per smarthphone invita a cercare i cuori e a condividerli con delle foto, perché l’amore èovunque…
Sempre l‘Huffingtonpost racconta: “Il film sta trionfando a dimostrare che il potere dell’amore può unire e guarire, mentre l’invidia e l’egoismo rischiano di dividere e avvelenare”.
Forse è collettivamente in corso quel salto empatico di cui parlava il giornalista Michele Neri nel 2011, in un articolo su D.Repubblica, quando scriveva:
l’unica possibilità per creare un’economia sostenibile e medicare la biosfera è il salto empatico, pensare che la nostra evoluzione sia misurata dall’estensione dell’empatia e non dalla misura del successo
Qualunque cosa sia, un movimento, una prospettiva, una rivoluzione, “un film ma anche un meme”, come (EDIT) mi spiega l’autore in tarda serata, dopo la pubblicazione di questo post,
ecco cosa sta succedendo su twitter…