La neolingua manageriale si è insinuata un po’ ovunque, anche nella lebenswelt scolastica (a riguardo segnalo il nuovo numero di Aut Aut – 358/2013 “la scuola impossibile” – su cui tornerò). Il linguaggio non è innocente, lo si vede già dalla costrizione in cui esso coinvolge anche i discorsi più ovvi del senso comune, nonché gli schemi di pensiero che sembrano necessari, quando sono solo frutto di pratiche di potere. Per questo, mostrarne l’assoluta vacuità, la dinamica del gioco-linguistico, può forse servire a prenderne un po’ consapevolezza. Provate a giocare – combinando- con i segmenti qui sotto e capirete cosa intendo.
5 Luglio 2013