Atena, dea della sapienza
In queste ore in Parlamento si sta discutendo animatamente se togliere, tra l’altro, l’avverbio “consapevolmente” dalla norma che punisce chi accetta (“consapevolmente”) i voti della mafia. Spero che non lo tolgano, altrimenti la malattia “del non sapevo” e “a mia insaputa” finirà per contagiarci tutti. Così come fa ridere l’ipotesi dell’ex ministro Scajola che “non sapeva” di aver comprato una casa, allo stesso modo farebbe ridere l’idea di un condannato pur “senza aver saputo” che i voti glieli rifilava la mafia. E questo a prescindere dalla nozione di dolo, che a memoria dovrebbe servire a qualcosa.
P.S. Ovviamente non è un paragone, ma ironia senza faccette :-), ‘giocata’ ricordando la nozione di dolo: la cosa più difficile da accertare e che per questo viene reputata un fastidio (ahinoi!).